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Ft ha già deciso: esecutivo tecnico

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.A dettare la linea politica dei paesi occidentali non è più il corpo elettorale ma il Financial Times, la bibbia del capitalismo anglossassone, che ieri in un suo editoriale non firmato e con lo stesso titolo di un articolo di una settimana fa: «Preservare la credibilità di bilancio dell'Italia» ha messo nero su bianco quale sarebbe la scelta giusta per l'Italia. «Per convincere i mercati che l'Italia è credibile c'è bisogno di più che di un pacchetto di austerità. Roma deve mandare un chiaro messaggio di intenti. Idealmente, questo potrebbe essere la rimozione di Silvio Berlusconi, primo ministro, e la sostituzione del suo esecutivo con un governo di larga maggioranza guidato dai tecnici». In un mondo ideale, appunto. Non in quello nel quale un esecutivo è sostenuto da una maggioranza votata dagli elettori. La linea sembra comunque segnata. Di governo tecnico, più o meno allargato, si parla ormai dai giorni nei corridoi della politica. Tra i candidati più gettonati dai rumors ci sarebbero l'ex eurocommissario Ue, Mario Monti o l'uscente dal board della Bce, Lorenzo Bini Smaghi. O anche l'accoppiata dei due con il secondo nella possibile sostituzione del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che ha però sempre negato ogni volontà di lasciare il suo incarico. C'è una terza soluzione che ben si attaglia allo spirito iper liberala del Ft. La discesa in campo di un outsider, tale sarebbe ormai il Governatore uscente Draghi, se, nonostante la manovra approvata, l'Italia continuasse a essere bersaglio della speculazione. Insomma nello scenario più catastrofico l'unico in grado di portare il Paese fuori dal pantano potrebbe essere lui. E non solo per la statura internazionale. Draghi è un tecnico ed è un economista che ben maneggia la tecnologia e «l'intelligenza» dell'arma anti speculazione più potente: il controllo e la gestione dei flussi monetari. Proprio quelli che stanno mettendo a rischio la stabilità dei mercati e dell'euro. Chissà se il Ft non stia pensando proprio a lui.

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