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Ecco chi vince nel grande gioco della speculazione

Borsa e mercati, un operatore a lavoro

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Nel grande gioco della speculazione internazionale perdono in molti. Piccoli risparmiatori in gran parte. Soprannominati con una punta di ironia «il parco buoi». Cittadini che mettono il loro rispamio in azioni, obbligazioni e titoli di stato sperando di accrescere il valore di quanto tolto al consumo presente per essere utilizzato nel futuro. Sono i più deboli, quelli tagliati fuori dal circuito delle notizie e degli schermi telematici degli operatori finanziari che con un solo bottone possono spostare miliardi di euro da una parte all'altra del mondo. Un gioco nel quale ci sono anche i vincitori. Quelli che si arricchiscono sempre e comunque perché tengono il banco. Il Tempo con un linguaggio il più semplice possibile prova a fornire ai lettori l'identikit di chi nell'ottovolante dei mercati porta a casa assegni «pesanti».  Titoli di Stato Prezzi imbattibili A vincere nella tempesta finanziaria che ha colpito i Buoni del Tesoro poliennale italiani sono stati i fondi e le società finanziarie che hanno comprato nel momento in cui tutti si liberavano dei titoli dello Stato. Gli speculatori se li sono passati in quantità inimmaginabili. E ogni volta per convincere l'acquirente si abbassava il prezzo. Il Btp è emesso con un prezzo fisso e determinato detto «valore nominale». Il rendimento reale si ottiene sottraendo da quello nominale una piccola quantità. Più il bond è richiesto minore è questa differanza e dunque più basso il rendimento complessivo. Le fluttuazioni del tasso di interesse sono legate alle contrattazioni. Chi ha comprato nella tempesta ha allargato al massimo questa forbice. E ora si gode un rendimento più alto di quello stampato sul Btp. Emesso al 2,5% si può ottenere fino al 6%. Banche Commissioni boom Ogni volta che le banche o le società di intermediazione acquistano titoli di qualunque genere (azioni, obbligazioni e certificati) percepiscono una commissione. In genere è legata alla percentuale del valore dell'acquisto o può essere determinata in cifra fissa. Bene. Il numero delle transazioni complessive, in gergo il volume degli scambi, è stato enorme nei giorni della crisi. Ogni volta che qualcuno vendeva o acquistava pagava il dazio alla società di gestione. Guadagno sicuro e certo. Bot Asta redditizia Tra i vincitori occorre citare tutti quelli che si sono aggiudicati i Bot (Buoni Ordinari del Tesoro) emessi martedì scorso. Sull'onda della speculazione il prezzo di partenza per piazzarli è stato fissato a un livello più alto rispetto al precedente. L'importo è stato di 6,75 miliardi di euro. Chi li ha prenotati si è portato a casa un rendimento passato da uno scarso 2,1% lordo a un onorevole 3,67% sempre lordo. Con una crescita dell'1,5% rispetto a solo qualche mese prima. Se si considerano gli attuali tassi di remunerazione di un deposito vincolato attorno al 3% lordo, il risultato è più ricchezza per pochi.  Euro Affari sulla valuta I broker più saggi sconsigliano a chi non abbia conoscenze e mezzi adguati di avventurarsi nel mercato e nel trading delle monete. I movimenti speculativi sono immensi. Per alcune ore sotto il fuoco dell speculazione il tasso di cambio tra euro e dollaro è sceso da 1,42 a 1,40. Uno scarto di due centesimi ma velocissimo. Chi in quel momento ha spostato da una parte all'altra dell'Atlantico montagne di dollari, convertendo le due monete al momento opportuno, ha guadagnato miliardi. Basta scegliere il tempo giusto comprando euro quando il dollaro si deprezza e viceversa. Derivati e simili Business sul rischio Sono un mondo criptico e riservato agli eletti della finanza più speculativa. I derivati sono nati per ragioni buone: coprire le imprese dai rischi di cambio e delle oscillazioni dei tassi di interesse. Una polizza assicurativa, insomma. Si sono tramutati nel peggiore dei mali per l'economia reale. Molti di questi sono legati appunti alle aspettative di rischio e alla probabilità che un evento si verifichi. Così in periodi di alta volatilità, quando tutto sui mercati può accadere per l'emotività, la possibilità di fare guadagni stratosferic per chi li gestisce aumenta esponenzialmente.  Azioni L'ora dei ribassisti Quando c'è il «panic selling», e cioè le vendite sono dettate solo dalla paura di perdere il meno possibile, qualcuno, pochi, quelli che si possono permettere di attendere il momento migliore si apposta nelle vicinanze della Borsa. Piazza gli ordini di acquisto a prezzi vicino ai minimi mai toccati. Questo abbassa ancora di più il punto di incrocio con quanto richiesto da chi vende. Risultato: si compra a prezzo di saldo. Basta aspettare la fine dell'onda emotiva che, come dimostrato dalla storia, prima o poi arriva. E allora è tutta festa. I titoli bancari italiani in due giorni sono arrivati a perdere quasi il 20% del loro valore. Nei due giorni successivi hanno recuperato il 10%. Ergo in 48 ore il guadagno è stato del 10%. Che su alcuni miliardi fa una bella cifra.  

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