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Scontri a Montecitorio. Botte e uova agli agenti

Verifica del governo alla Camera, scontri e petardi davanti a Montecitorio (immagine tratta da SkyTg24)

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Dietro alle transenne, di fronte a Montecitorio, hanno sistemato un banchetto con libri e una poltrona. Un cartellone penzola dal tavolino. C'è scritto: «L'Italia migliore scende in piazza». Ci sono i sindacati di base (Usb), il coordinamento precari della scuola, i centri sociali e tanti immigrati. Sono nelle prime file, per la maggior parte nordafricani, e urlano: «Berlusconi vattene». La polizia osserva, a distanza. Alle 11.30 la tensione sale e un manifestante lancia una bomba carta. Subito dopo altri cominciano a prendere di mira le forze dell'ordine. Tirano fumogeni, uova, patate. Cinque agenti restano feriti. Dopo una ventina di minuti le forze dell'ordine superano le transenne che li dividono dai manifestanti e avanzano. Non caricano. Tentano di placare gli animi. Sui caschi prendono di tutto: un immigrato tira un sacchetto con dentro una decina di patate, un altro una melanzana. Piovono soprattutto uova. Tanto che il dirigente che segue le operazioni, Lorenzo Suraci, ci ha rimesso un completo gessato grigio, una camicia celeste e una cravatta a strisce oblique. Stava in prima fila. «Dove dovevo stare» dice. Adesso ogni poliziotto che lo vede gli dà una pacca sulle spalle: «Vabbè, le scarpe le mette in campagna». E poi ride, visto che sono quelle di cuoio, coi tacchi. Ma i manifestanti non si fermano. Uno scavalca e va diretto su un poliziotto, riesce a dare un paio di pugni, poi lo fermano. Cade, scalcia. Gli agenti spostano i blindati davanti alle transenne, per chiudure ogni accesso alla piazza della Camera, dove c'è il premier Berlusconi che sta parlando. Il lancio di uova, verdure e qualche fumogeno prosegue. Tirano anche i libri. «Poesie» di Kipling, «I romanzi brevi» di Hesse, «Le tre madri» di Pirandello. Sarà «l'Italia migliore», come si definiscono in polemica con le parole poco azzeccate del ministro Brunetta, ma i libri invece di leggerli li tirano a poliziotti e carabinieri. Poi i manifestanti si spostano, cercano di raggiungere il Senato ma un gruppo di forze dell'ordine gli sbarra la strada. Alle 13 ritornano sotto al Parlamento. Uno dei leader del movimento lancia anatemi col megafono: «Questa maggioranza sta distruggendo il Paese. La manovra da 40 miliardi di euro ci porterà alla stessa situazione della Grecia». A proposito: «Solidarietà alle compagne e ai compagni greci». Poi c'è il disprezzo nei confronti delle divise: «Abbiamo cominciato bene questa mattina e continueremo. Per difendersi il governo ha chiamato la polizia. Ma troppi poliziotti dovranno arrivare per tenerci fermi perché questa piazza crescerà». Dall'altro lato delle transenne, proprio sotto all'obelisco, ci sono i ragazzi delle forze dell'ordine. «Guarda le mie scarpe» dice un agente a cui hanno tirato uova e pure qualche bottiglia: «Chiederò il risarcimento». Poi ride. «Sì e chi me lo dà?». «A me è andata peggio», fa un altro poliziotto in borghese che s'è dovuto levare la giacca, sporcata dalle uova. Alle 18 carabinieri e poliziotti ancora sorvegliano l'area. Mentre dal megafono una donna strilla: «Guardate, guardate, c'è il cambio della guardia. È uno stato di polizia».

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