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L'opposizione aspetta il quorum con fiducia

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{{IMG_SX}}Perchè si raggiunga il quorum senza tener conto del voto degli italiani all'estero, è necessario che alle ore 15, quando vi sarà la rilevazione finale dei votanti in Italia, l'affluenza si attesti al 53,51% o più in alto. Quella percentuale, infatti, corrisponde ad un numero di votanti appena superiore a 25.209.425, che è il numero minimo di persone andate alle urne che rende valido il referendum (50 per cento, più uno, degli elettori). NICOLA ZINGARETTI «A me sembra che già il dato di ieri sera sia straordinario perchè sottolinea quanto la democrazia italiana sia viva. Penso che ci sia in questo voto lo straordinario contributo dei ragazzi italiani che stanno usando questo voto anche per lanciare un segnale: il Paese deve cambiare e lo deve fare pensando al futuro». Lo ha detto il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, commentando i dati sull'affluenza nelle ultime ore alle urne per i referendum, a margine di un sopralluogo ad un cantiere del nuovo polo culturale di Villa Altieri, a Viale Manzoni. «Nel referendum - ha aggiunto Zingaretti - c'è una grande domanda e voglia di futuro e quindi c'è anche una generazione che vuole cambiare. Girando per i seggi ho visto anche molti anziani che sono andati a votare e che forse stanno soffrendo a vedere un paese così malridotto e vogliono anche loro dare un segnale». Rispondendo poi a chi gli chiedeva se, in caso di raggiungimento del quorum, il Governo debba fare un passo indietro, Zingaretti ha affermato: «Una cosa per volta, è ancora presto».   NICHI VENDOLA "Ancora uno sforzo e l'Italia potrà essere un posto migliore". Lo afferma Nichi Vendola, presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà. "Comunque vada - prosegue il leader di Sel - in queste ore di trepidante attesa dei dati ufficiali dell'affluenza alle urne ai referendum, il nostro pensiero e il nostro più affettuoso ringraziamento vanno ai Comitati referendari, a coloro che hanno raccolto le firme, a queste formichine della democrazia che non saranno mai invitati nei talk show, che non saranno mai sulle prime pagine dei giornali, ma che nonostante questo stanno regalando all'Italia un'occasione preziosa per irrobustire la nostra democrazia. Proprio per questo faccio - conclude Vendola - anche un appello ai nostri militanti, e a tutti coloro che hanno creduto in questo appuntamento referendario: tutti alla Bocca della Verità". Vendola commentera' i risultati da Bari, dove è impegnato nei lavori del consiglio regionale.   ROSY BINDI Quorum o no, il dato è chiaro: «al di là del dato formale sul suo raggiungimento, mi pare evidente che il vento del cambiamento non si è fermato». Rosy Bindi mantiene la prudenza, ma in un'intervista al «Corriere della Sera» non nasconde l'ottimismo del Pd per il risultato positivo sui quattro referendum. «Se pure per un soffio si dovesse raggiungere il quorum, la vittoria politica - dice - è a favore dei referendari. Un'affluenza così forte, contro tre leggi così importanti del governo conferma un'inversione culturale e politica di cui il premier deve prendere atto». La partecipazione «è un dato che obbliga a riflettere anche da parte di Berlusconi e Bossi e degli altri massimi esponenti dell'esecutivo che hanno invitato a non votare». Quanto al presidente del Consiglio, «si dovrà rendere conto che la sua faccia non funziona più». I giornali di destra hanno impostato la campagna referendaria chiedendo agli elettori «volete che Berlusconi vada a casa?» e, quindi, osserva la presidente dell'assemblea nazionale del Pd «mi sembra che gli elettori abbiano detto di sì» A questo punto, «dopo una simile onda d'urto la verifica non potrà essere un passaggio formale. Visto il risultato delle amministrative, il referendum e la richiesta del capo dello Stato, in aula può accadere di tutto», perchè la coalizione di governo «non potrà essere salvata ancora una volta dai "responsabili"». L'ultima riflessione è sul centro sinistra. Secondo la presidente del Pd ora si può «usare con meno timidezza l'espressione Nuovo Ulivo», un soggetto «capace di interloquire con il Terzo Polo. Casini che dice 'meglio dare un voto sbagliato che non darlò conferma come i nostri elettori si siano mischiati».   MASSIMO D'ALEMA Il governo esce indebolito dalla buona partecipazione di votanti ai referendum ed è ragionevole che interrompa il suo mandato: è quanto sostiene il presidente del Copasir, Massimo D'Alema, impegnato oggi a Bologna al convegno "Archvi negati, archivi supplenti sulla storia delle stragi e del terrorismo. "Senza dubbio - ha detto l'ex premier a margine dell'iniziativa - il governo è molto indebolito. Sarebbe ragionevole che se ne andasse. Poi, cosa accadra" al governo lo vedremo nei prossimi giorni. E' prevista la verifica parlamentare il 22 giugno. E' aperta una discussione sempre più difficile fra di loro. I governi - ha osservato - cadono quando vengono meno le maggioranze parlamentari che li sostengono, più che quando lo decide l'opposizione. Se no sarebbe troppo facile far cadere un governo". A chi gli chiedeva se il governo cadrà allora a Pontida, D'Alema ha risposto: "Non faccio il profeta. Il mio lavoro è un altro". Infine, commentando la buona affluenza al voto per i quesiti referendari il presidente del Copasir ha detto: "La tendenza alla partecipazione è un segno straordinario, secondo me. Quello che si era gia' manifestato alle elezioni amministrative. C'è un senso di riscossa civica nel Paese, la volontà di partecipare, la voglia di contare da parte dei cittadini. Questa tendenza già nella giornata di ieri - ha concluso - si e' manifestata al di là delle aspettative di molti".

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