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Il quorum si avvicina. Affluenza oltre il 41%

L'allestimento di un seggio elettorale per il referendum

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Il quorum è vicino. Il traguardo del cinquanta per cento più uno degli aventi diritto al voto sembra essere ormai a portata di mano tanto che, quando ai seggi si chiudeva ufficialmente la prima giornata di voto, l'affluenza alle urne è stata di oltre il 40 per cento degli elettori. Un dato complessivo che rispecchia quello parziale sui quattro quesiti referendari sui quali ieri si sono espressi gli elettori e che non tiene conto del voto di 3,3 milioni di italiani residenti all'estero. E così, proprio alle ore 22 il dato definitivo dell'affluenza relativamente al primo quesito, quello sull'acqua pubblica, è stata pari al 41,14% negli 8.092 Comuni dove le urne sono aperte. Sul secondo quesito, quello sulle tariffe dell'acqua, è stata pari al 41,14%. 41,11% invece quella sul quesito che propone l'abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio di energia elettrica nucleare e infine, è stata del 41,10% l'affluenza per il quarto quesito referendario con cui si chiede l'abrogazione di norme in materia di legittimo impedimento del presidente del consiglio dei ministri e dei ministri a comparire in udienza penale. Eppure che «la scalata dell'Everest», come definisce Antonio di Pietro la lunga strada verso il raggiungimento del quorum, stava prendendo più il sapore di una scampagnata lo si era capito già ieri, Infatti non solo alle ore 19 il dato del 30,3% batteva tutti gli storici parziali delle consultazioni referendarie che alla fine risultarono valide (nel 2005 l'affluenza alle 19 fu del 13,3% e quella finale del 26% e nel 2006 l'affluenza alle 19 fu del 22,4% e quella finale del 53,8%) ma anche quelli delle ore 12 sembravano promettenti. Infatti a mezzogiorno l'affluenza si era attestata all'11,6% per tutti e quattro i quesiti. Se infatti è vero che i «precedenti» diventano norma, allora è giusto ricordare che qualunque sia stato, nel passato, il quesito proposto e il tipo di referendum, ogni qual volta alle 12 si aveva la doppia cifra percentuale il risultato è sempre stato lo stesso: quorum superato. È accaduto così nel 1974 quando agli italiani si chiese di schierarsi pro o contro il divorzio (voto in due giornate, 12 e 13 maggio, senza consultare i connazionali oltreconfine): alle 11 l'affluenza raggiunse quota 17,9 e in chiusura si toccò la percentuale record di votanti dell'87,7. Quattro anni dopo, l'11 e il 12 giugno 1978, sia il referendum sull'ordine pubblico sia quello relativo al finanziamento pubblico dei partiti (stesse modalità di voto) in prima rilevazione fecero registrare un'affluenza del 12,6% chiudendo entrambi con un massiccio 81,2. Il 17 e 18 maggio 1981 i cittadini furono interpellati sull'aborto (e anche su questioni attinenti all'ordine pubblico, l'ergastolo, il porto d'armi) e anche in quell'occasione il 10,8% di affluenza registrato alle 11 si tradusse in un deciso sfondamento del quorum: 79,4. Nel 1985 (9 e 10 giugno) sulla scheda finì l'indennità di contingenza (la famosa scala mobile) e di nuovo il dato di prima affluenza (ore 11), 11,9%, fu il segnale di una corposa partecipazione: 77,9%. Anche cinque anni fa, il 25 e 26 giugno 2006, il referendum per l'approvazione della legge di modifica alla parte seconda della Costituzione (voto solo in Italia) con una prima affluenza al 10,1% raggiunse il quorum: 53,8. Tutto è pronto intanto per la seconda ed ultima giornata di voto (oggi dalle 7 alle 15) dove potrebbe i referendari si giocheranno il tutto per tutto.

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