
Dall'opposizione toni bassi sperando nella «spallata»

Parlandocon l'edizione barese di Repubblica, il governatore della Puglia sembra non avere dubbi: «Sì, il quorum è vicino. Potremmo farcela. Sarebbe un fantastico uno-due». Anche lui, però, parlando con Il Fatto Quotidiano sottolinea che «è un voto che ha come posta in gioco la res publica. Dunque è un voto politico, ma nel senso più alto del termine. Ci aiuta a fuoriuscire dal recinto dell'egemonia berlusconiana. Ma non è un voto che riguarda i partiti». Insomma, Nichi prova a non politicizzare il voto, ma è chiaro che l'obiettivo, suo e dei principali esponenti dell'opposizione, resta uno solo: assestare una seconda "spallata" a Berlusconi dopo quella delle amministrative. Magari sperando che si tratti di quella decisiva. Per farlo, però, occorre raggiungere il quorum. E così si evitano i proclami che potrebbero spaventare gli elettori di centrodestra che, nonostante gli inviti all'astensione, hanno deciso di abbracciare la battaglia referendaria. Così, Pier Luigi Bersani, subito dopo aver votato a Piacenza, posta su Facebook un breve commento: «Affluenza alle 12 sopra l'11%. Io ho trovato la fila per votare». E anche il comunicato ufficiale del responsabile organizzazione del Pd Nico Stumpo non contiene riferimenti al dato politico: «Ottima la tendenza fatta registrare alle ore 12. Un dato superiore a quelli dei referendum in cui è stato raggiunto il quorum. Questo fa ben sperare nel risultato finale». E se il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini preferisce il silenzio, quello dell'Idv Antonio Di Pietro ripete come un mantra la sua «formula magica»: «Oggi alle 10 ho votato con la mia famiglia a Curno. Acqua, nucleare e legalità sono temi che riguardano tutti e non hanno colore politico. Ai cittadini dico: andate a votare, non craxate». Concetto ripetutto quando, alle 19, vengono resi noti i dati dell'affluenza: «Alle ore 19 l'affluenza alle urne supera il 29%. È come la scalata del K2, ma vedo già la vetta. Ce la possiamo fare, tutti insieme. Molti esponenti del centrodestra hanno cambiato idea e adesso esortano i cittadini ad andare a votare, altrimenti la vittoria verrà attribuita solo al centrosinistra. Hanno ragione perché, se si raggiunge il quorum, sarà la vittoria di tutti». «Infatti - prosegue nel suo commento su Facebook - l'aria, l'acqua e l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge sono temi che non hanno colore politico. E lo diciamo noi che abbiamo raccolto oltre due milioni di firme per i referendum sul nucleare e sul legittimo impedimento. Meglio socializzare la vittoria che personalizzare la sconfitta». Sulla stessa lunghezza d'onda il deputato di Fli Fabio Granata che, a sua volta, mantiene toni bassi: «La partecipazione dei cittadini mi sembra incoraggiante e degna di una nazione civile come l'Italia. Speriamo la tendenza sia confermata». Insomma l'obiettivo è buttare a terra Berlusconi, ma meglio non dirlo. Anche perché l'impressione è che i referendum abbiano ripetuto lo schema delle amministrative portando alle urne un popolo che difficilmente si identifica nei partiti tradizionali. E allora anche la vittoria delle opposizioni, alla fine, potrebbe non essere tale. Nic. Imb.
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