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Maroni: "No, questa è l'ora del coraggio"

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I ministri Tremonti, Calderoli e Maroni alla Camera dei deputati

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Va bene la prudenza, ma solo quella non basta, è il tempo del coraggio. Passano poche ore dalla sortita di Giulio Tremonti che Roberto Maroni lo corregge da Levico Terme, dove il ministro dell'Interno si trova per partecipare alla festa della Cisl. «Tremonti ha detto che serve la prudenza - spiega il leghista con il più alto incarico istituzionale - è giusto, ma, in questi momenti credo che serva più il coraggio che la prudenza, o tutti e due. La prudenza sì, ma anche il coraggio di guardare e di mettere in campo una riforma significativa, il coraggio di sfidare la congiuntura, il coraggio di un gesto importante, atteso. Dobbiamo impegnarci a prendere questo impegno per portarlo a compimento entro i due anni della legislatura. Sono due modi di vedere la stessa cosa da due punti di vista leggermente diversi». E aggiunge: «La riforma fiscale deve essere contemporanea con la Manovra e deve essere una riforma fiscale vera, non solo una cosa buttata lì per coprire la Manovra. Se chiediamo sacrifici agli italiani dobbiamo far capire loro che servono per evitare la bancarotta ma per dare anche una prospettiva. È un impegno del programma di governo. Nel programma c'era una cosa che avevamo lanciato insieme tanti anni fa e cioé il quoziente familiare. Le famiglie molto spesso sono anche imprese familiari, aiutando le famiglie si aiutano le imprese familiari. Quello deve essere uno dei punti della riforma fiscale, altrimenti di che cosa parliamo? Secondo me Manovra e riforma si devono fare in contemporanea, altrimenti vuol dire che non abbiamo imparato la lezione». Altra botta arriva più avanti. Ammonisce Maroni: «Il governo non è solo un ragioniere che deve tenere i conti in ordine perché altrimenti qualche burocrate di Bruxelles viene con il ditino e fa così. Deve fare anche questo, per l'amor di Dio, ma si può negoziare, si può discutere e trattare». Per il ministro dell'Interno c'è un solo limite: «Quello su cui non si può trattare, quello su cui si deve intervenire subito, sono le necessità dei cittadini: dare un aiuto a chi diminuisce il proprio reddito, a chi non ce la fa, a chi ha bisogno e questo si può fare principalmente con l'unico strumento importante che è rimasto nelle disponibilità dei governi europei: il fisco, il sistema tributario». «Io penso e mi auguro che Berlusconi dirà nettamente queste cose nel discorso che farà al Parlamento. Se sarà così io mi sento di dire che possiamo andare avanti altrimenti...», conclude Maroni lasciando le parole in sospeso. E Berlusconi concorda. Pare che i due si siano anche sentiti a telefono. Quel che conta è che il Pdl, con i due capigruppo, spinge all'unisono nella stessa direzione. Dice Maurizio Gasparri: «È tempo di riforma. Con realismo ed equilibrio, nel rispetto delle decisioni dell'Europa, che potrebbe però dilatare le proprie scadenze, è tempo di riforma fiscale. Dando priorità alla famiglia, proprio perché la crisi mondiale limita le risorse». Gli fa eco Fabrizio Cicchitto non sono differenti: «È indubbio che la situazione politica e sociale richiede quella che viene chiamata una frustata». Insomma, Tremonti s'adegui.

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