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Silvio dice sì alle primarie

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi

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«Riconosco la sconfitta» alle amministrative, alle comunali «abbiamo subito un gol ma continuiamo a vincere e a condurre per 4 a 1». . Silvio Berlusconi parla a Mattino5 e torna a riconoscere la batosta alle scorse elezioni. E torna a parlare delle primarie. Un argomento che aveva affrontato già lunedì al Quirinale, al ricevimento che precede la festa del 2 giugno; in quell'occasione aveva fatto capito di non opporsi ma di avere dei dubbi. Alla telefonata su Canale 5 afferma: «Io non sono contrario» alle primarie «purché si arrivi ad essere certi» che i votanti siano dei veri sostenitori del Pdl e non degli «infiltrati di sinistra», magari con una «sorta di registro di coloro» che vanno a votare. Ribadisce che con i recenti risultati delle urne «il governo paga dazio in momenti di crisi ed anche la scelta dei candidati ha pesato». Adesso si guarda avanti. Si pensa già alla riforma fiscale. Berlusconi giura che il ministro dell'Economia «non esita», anzi «noi dovremmo fare un monumento a Tremonti, anzi gli italiani dovrebbero fare un monumento a Tremonti e a tutto il governo perché stiamo riuscendo ad uscire dalla crisi senza aver adottato le misure che gli altri Paesi europei hanno adottato, come l'abbassamento degli stipendi pubblici, e non abbiamo mai messo le mani nelle tasche degli italiani». Dal governo al partito. Una sola indicazione: largo ai giovani. «Aggiorneremo lo statuto del Pdl - spiega - per tenere conto dell'integrazione che in questi anni vi è stata delle varie anime e tradizioni politiche confluite nel Pdl, senza cioè andare avanti con la regola del 70-30». «Quindi il Consiglio nazionale del partito - aggiunge - ratificherà la modifica dello statuto e poi seguiranno tutte quelle iniziative per radicarsi sul territorio e soprattutto per far emergere la bravura e la qualità dei nostri dirigenti più giovani, una nuova classe che stiamo formando con buonissimi risultati: credo che questi giovani saranno poi protagonisti dei congressi locali e di quello nazionale e sono sicuro che saranno anche, in prospettiva, i futuri vincitori delle elezioni del 2013, visto che sono assolutamente convinto di questa vittoria». Ma il Pdl è "balcanizzato"? «Tutte invenzioni dei giornali. Al nostro interno c'è grandissima coesione. Non sappiamo cosa fare, riportano frasi mie e di altri che non abbiamo mai detto - prosegue il premier - C'è un degrado dell'informazione che si è trasformata in vera disinformazione, sempre contro di noi». Blinda Alfano: «Avrà tutti i poteri che gli verranno delegati attraverso la modifica dello statuto e sarà lui a dare ai tre coordinatori i compiti che riterrà opportuno conferire a ciascuno di loro». Commenta la contestazione di giovedì mentre arrivava alla festa della Repubblica (poi è stato accolto anche favorevolmente): «Sono stato applaudito tutto il giorno, ma all'inizio della giornata c'era il solito squadrone di trenta ragazzotti contro di me, e i giornali hanno potuto scrivere che mi fischiavano». Un'ultima battuta è sul referendum: «Sul nucleare le norme sulla localizzazione delle centrali sono state già abrogate e quindi si chiede ai cittadini di votare sul nulla». «Non daremo nessuna indicazione ai nostri sostenitori che avranno, anzi, libertà di scelta - spiega il presidente del Consiglio - anche se questi referendum nascono da iniziative demagogiche». «Il quesito sull'acqua - prosegue - è del tutto fuorviante perché non è vero che la legge che si vuole abrogare voglia privatizzarla ma solo porre fine a sprechi. E sul nucleare - dice ancora - le norme sulla localizzazione delle centrali sono state già abrogate e quindi si chiede ai cittadini di votare sul nulla». Ad ogni modo, assicura Berlusconi, «ci asteniamo dal prendere posizione e ci adegueremo alla volontà dei cittadini». E l'esito della consultazione «non avrà nulla a che vedere sul governo». Dopo un giro di incontri internazionali in serata tappa al Quirinale per un colloquio con Napolitano. Si parla anche del successore di Alfano alla Giustizia.

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