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La campagna perfetta di Mitterand

Francia, un manifesto elettorale di Mitterand

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{{IMG_SX}}Trent'anni fa, in Francia, il socialista François Mitterrand andava in scena con la sua campagna elettorale perfetta, in termini di comunicazione e di politica, per le elezioni presidenziali. Il 10 maggio 1981, nei ballottaggi, superava con il 51,76% dei voti l'avversario e Capo dello Stato uscente Valéry Giscard d'Estaing, diventando il primo (ed il solo, almeno sino ad oggi) presidente socialista della V Repubblica francese. Quella campagna perfetta sarà caratterizzata da uno slogan, «La force tranquille» e da una sapiente strategia di comunicazione orchestrata dal pubblicitario Jacques Séguéla. Oggi, a distanza di trent'anni, nell'Italia che si appresta a far la conta dei voti alle elezioni amministrative, quella corsa vincente di Mitterrand incarna l'antinomia alla campagna del centrodestra per Milano, così piena di errori comunicativi, ed ai continui distinguo interni al Popolo della libertà ed alla maggioranza che sostiene il Governo. Per capire il segreto di quella campagna elettorale, curata nei minimi particolari, è interessante rileggersi le parole dello stesso Séguéla affidate, nel 1982, al libro «Hollywood lava più bianco». Primo aspetto, la netta distinzione tra la politica e la comunicazione, tra il politico ed il pubblicitario. Ricorda Séguéla: «Quando Mitterrand mi presentò al partito, disse fuori dai denti: "Ecco a voi il miglior pubblicitario che io conosca. Eccovi soprattutto il peggior uomo politico che abbia mai incontrato. E ne ho frequentati molti"». Insomma, in Mitterrand era chiara la percezione del ruolo del suo pubblicitario: coniare slogan, suggerire strategie comunicative ma non scrivere (o condizionare) il programma. Considerando che Giscard d'Estaing era più giovane di Mitterrand, che usciva dal mandato, che i socialisti non avevano mai conquistato l'Eliseo nella V Repubblica, quel 1981 - con i manifesti grandi di Mitterrand, il viso rilassato e sorridente in primo piano, il cielo chiaro, la chiesa di un paesino sereno alle spalle e le tre parole sotto «la force tranquille» - e quella campagna elettorale il centrodestra, da domani, dovrebbe cominciare a studiarsela. Perché contiene tutto: i dibattiti televisivi dove un rassegnato Giscard arriva a citare lo slogan di Mitterrand accusandolo di perdere la sua «forza tranquilla». Segno che il socialista aveva già vinto. In quella primavera, oltre alla sapienza di Mitterrand, alla sua consapevolezza politica, in termini "pubblicitari" Séguéla ne escogiterà di tutte, persino far comporre «una canzone per il rinnovamento» - altro che «Viva la mamma», roba del secolo scorso - per andare incontro al linguaggio dei giovani, con un filmato girato da Richard Raynal ed un video della Francia tricolore. A cantarla sarà una giovane di 18 anni ma - ricorda Séguéla sempre in «Hollywood lava più bianco» - «fummo totalmente imbavagliati. La commissione di controllo sulle elezioni, in un sussulto di pubblifobia, proibì ai candidati ogni apparizione commerciale». Una sorta di par condicio d'Oltralpe, e con qualche anno d'anticipo, che non fermerà la marcia vincente di Mitterrand. «Di censura in decreto - rammenta Séguéla - le mura di Francia conobbero l'ultimo manifesto della campagna solo in piccolo formato. Per lo sprint finale l'uomo politico aveva ceduto il passo all'uomo presidente». In fondo anche la politica necessita di profezie che si autoavverino, non di continue gaffe o incertezze. Perché - come ripeteva spesso Bernard Roux, fondatore assieme a Séguéla di una delle più note agenzie pubblicitarie del mondo - «nessun metodo dispensa dall'essere intelligenti». Mai.

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