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Candidati a perdere

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Letizia Moratti

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La sconfitta del centrodestra c'è stata. Cocente e inattesa. E il giorno dopo è inevitabile, tra le analisi del voto, tra le tabelle e i grafici, domandarsi: di chi è la colpa? La risposta, ovviamente, cambia a seconda dei punti di vista. Anche se, esaminando i dati del primo turno amministrativo, sembra emergere un minimo comune denominatore. Nelle quattro principali città chiamate al voto, Torino, Milano, Napoli e Bologna, i candidati del centrodestra non sono stati in grado di fare da traino alla coalizione che li sosteneva. Sia chiaro, Letizia Moratti, Michele Coppola, Manes Bernardini e Gianni Lettieri, sono andati meglio dei partiti ma, soprattutto a Milano e Napoli, si sono dimostrati troppo deboli rispetto agli sfidanti. Partiamo dal capoluogo lombardo. Qui Moratti ha preso 273.401 voti rispetto ai 257.777 della coalizione. Una differenza di circa 16mila preferenze. Giuliano Pisapia ha ottenuto 315.862 voti contro i 281.494 di Pd & Co: +44mila. Che tra l'altro corrisponde quasi totalmente allo scarto che c'è tra lui e il sindaco uscente (42mila). A dire il vero anche nel 2006 Moratti non fece un exploit ottenendo, nella sua vittoria al primo turno, "solo" 27mila preferenze in più della coalizione, ma stavolta all'asse Pdl e Lega sono mancati 56mila voti e un aiuto da parte del candidato avrebbe sicuramente fatto comodo. Qui si apre però la seconda questione: la debacle dei partiti. L'Istituto Cattaneo ha analizzato i flussi delle elezioni comunali 2011 in 13 città. A Milano la coalizione di centrodestra (senza l'Udc che nel 2006 sosteneva Moratti) ha perso 56mila voti mentre quella di centrosinistra ne ha guadagnati 13mila. Disastro Pdl (-75.200) mentre la Lega, da molti accusata di aver tradito il candidato del centrodestra, è addirittura cresciuta (+34.700). Crescono anche Pd (+37.200), Idv (+6.300) e l'accoppiata Sel-Federazione della sinistra (+11.900). Ma il dato interessante è un altro: Pisapia, in realtà, ha preso quasi 4mila voti in meno di quelli che prese nel 2006 il candidato sindaco del centrosinistra Bruno Ferrante. Un sintomo, forse, che a Milano la sinistra ha già raggiunto il suo livello massimo. Discorso diverso a Torino. Qui il centrosinistra, senza l'Udeur, ha fatto registrare una lieve flessione (-6.900) contro una crescita dell'asse Pdl-Lega (+2.900) dovuta soprattutto alla buona prova del Carroccio (+17.900) che ha compensato il crollo del partito del Cavaliere (-15.800). Il candidato Michele Coppola ha ottenuto 15mila voti in più della coalizione, e ha fatto leggermente meglio di Rocco Buttiglione che si candidò sotto la Mole nel 2006 (+13mila). Ma 2mila voti in più non bastano certo ad incrinare lo strapotere di Piero Fassino che ha comunque dovuto fare i conti con il -14.100 del Pd. E siamo a Bologna. Qui il Pdl ha dovuto «subire» la candidatura del leghista dal «volto umano» Manes Bernardini. Che ha guadagnato 12mila voti rispetto all'accoppiata Pdl-Lega, ma non è stato in grado di pescare all'interno dell'area dell'astensionismo, che si è ampliata, né di approfittare della debolezza del suo avversario Virginio Merola che ha fatto segnare un misero +4.000 rispetto alla coalizione. Nel 2009 Flavio Delbono, costretto al ballottaggio da Giuliano Cazzola, aveva toccato il +50mila. Nota dolente, almeno per Pd e Pdl, Napoli. Gianni Lettieri è sicuramente il candidato del centrodestra che si è mostrato più debole: 3.000 voti in più dei partiti che lo sostenevano. Cinque anni fa, pur perdendo nettamente al primo turno con Rosa Russo Iervolino, l'ex prefetto Franco Malvano ottenne 25mila voti in più della coalizione. Tra l'altro il pessimo risultato spicca decisamente se confrontato con quello di Luigi De Magistris che ha quasi bissato i consensi di Idv, Federazione della sinistra, Lista civica "Napoli è tua" e Partito del Sud: 128.303 preferenze contro 68.522. Più 60mila. Un dato che mostra quanto conti scegliere un candidato piuttosto che un altro. Lo sa bene il Pd che nel capoluogo campano fa registrare un disastroso -90.300 mentre il suo candidato Mario Morcone si ferma 3.000 voti sotto quelli ottenuti dai partiti che lo sostenevano. Un'ultima annotazione sulla situazione nazionale. Considerando la coalizione di centrosinistra priva dell'Udeur e quella di centrodestra dell'Udc, l'Istituto Cattaneo fa notare come quest'ultima, pur perdendo, nelle 13 città esaminate è andata meglio in termini assoluti (-56.400 contro il -175.100). Il centrodestra perde soprattutto nel Nord e in Emilia Romagna mentre cresce nei sei comuni del Sud presi in esame. Il centrosinistra contiene l'emorragia al Nord e in Emilia e crolla nel Centro-sud (-135mila voti). Anche se si rafforza rispetto alle Regionali del 2010 (+66mila). Di certo con candidati un po' più forti Pdl e Lega potevano sperare in una figura migliore.

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