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E Latina fa registrare un -3,48%

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Inverità il capoluogo laziale, anche quando nel resto della Penisola sembrava registrarsi un'inversione di tendenza con una crescita del 2% rispetto alle precedenti amministrative, non ha mai fatto segnare un dato positivo. Alle 19 il calo dell'affluenza era dell'1,32%, alle 22 del 3,48% (57,34% contro il 60,82%). Che tradotto vuol dire 59.333 cittadini alle urne su 103.472 aventi diritto. Un dato difficile da interpretare, ma che potrebbe rivelarsi «pericoloso» per il centrodestra di cui Latina è sempre stata una roccaforte. Più facile, infatti, che l'astensione colpisca le forze politiche di governo piuttosto che quelle di opposizione. Ma il calo potrebbe essere una cattiva notizia anche per i «futuristi» di Gianfranco Fini (sponsorizzati in città dallo scrittore Antonio Pennacchi) che a questo punto devono sperare nella possibilità di rubare consensi ad entrambi gli schieramenti. Il calo di Latina è comunque in linea con quello registrato in tutto il Lazio dove alle 22 aveva votato il 55,98% degli aventi diritto contro il 58,52% delle precedenti elezioni. Tra i centri più significativi alla luce della campagna elettorale appena conclusa va registrato il -3,26% di Mentana. Nel comune in provincia di Roma, amministrato fino ad oggi dal centrodestra, è sceso in campo direttamente il premier Silvio Berlusconi. Il motivo? La scelta del candidato dell'Udc Altiero Lodi di farsi appoggiare da una coalizione di centrosinistra. In leggero calo pure l'affluenza a Cassino (56,04% contro 56,12%). Anche qui in corsa un candidato sostenuto da una «Santa Alleanza» con Pd, Udc e Fli

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