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Latina resta in bilico. E la Sinistra spera

Il premier Berlusconi e il candidato del Pdl a sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi

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LATINA Stordita e in cerca di una nuova identità. Comunque vada. Latina si è risvegliata così all'indomani della visita del premier Silvio Berlusconi, che con lo show di venerdì ha galvanizzato i suoi elettori. Il punto è che la città è fondamentale per il centrodestra: perderla significherebbe dover ricominciare da zero. Non è un caso che durante la campagna elettorale i pontini abbiano sentito più volte l'espressione «Da Latina passa la storia d'Italia». L'ha usata lo scrittore Antonio Pennacchi, che con la lista fasciocomunista ha lanciato i futuristi verso Piazza del Popolo. E in tanti si sono lasciati stuzzicare dall'idea. Antiberlusconiani e nostalgici della bonifica insieme, per la nascita di un «laboratorio fasciocomunista» che possa cambiare addirittura il destino italiano. La corsa solitaria di Fli a Latina, però, sancisce anche un altro aspetto della politica pontina: il fallimento del Terzo Polo. L'Api di Rutelli, infatti, appoggia il candidato sindaco del centrosinistra Claudio Moscardelli, invece l'Udc sostiene Giovanni Di Giorgi, candidato di centrodestra fortemente voluto da Berlusconi. A sostegno dell'esponente del Pdl, si sono mossi ministri, deputati, senatori, dirigenti di partito. Anche la governatrice del Lazio Renata Polverini e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Persino Berlusconi, comparso in città per la prima volta dal '94. Una visita che nei corridoi della sinistra ha destato il sospetto di una consapevolezza del voto ancora troppo incerto nella roccaforte «nera». In effetti, all'indomani dello «show» del premier al teatro comunale, la sfida su Latina sembra essere ancora all'ultimo voto. Il ballottaggio è dietro l'angolo. Certo dei 13 candidati a sindaco che hanno portato Latina a conquistare il record nazionale, la vera sfida è tra Moscardelli e Di Giorgi. Il centrosinistra è composto da una coalizione «riaggregata»: il Pd torna in casa con l'Italia dei valori e accoglie i vendoliani di Sel. Esclude i comunisti, che nella «città nera» hanno persino eliminato la falce e il martello. Il «terrore» del centrodestra è il voto disgiunto: cioè che una fetta rilevante di elettori scelga un candidato di centrodestra al Consiglio comunale e quello di centrosinistra come sindaco. Del resto Moscardelli, oltre ai suoi voti di «diritto», rappresenta un approdo sia per gli ex democristiani che adesso si trovano nel Pdl sia per i delusi dalle passate amministrazioni di destra. Voti di «protesta» da non sottovalutare, soprattutto perché una parte di cittadini potrebbe «boicottare» il senatore del Pdl Claudio Fazzone, il re delle preferenze del sud pontino, e il «dominio» di Fondi sul capoluogo. I malpancisti sono parecchi. Innanzitutto quelli che non hanno mai digerito la «guerra» tra l'ex presidente del Consiglio regionale, ora a Palazzo Madama, e l'ex sindaco Vincenzo Zaccheo. Ma non solo loro. Fatto sta che il centrodestra trema e spera che la visita di Berlusconi sia riuscita a convincere gli indecisi.

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