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Moratti a caccia degli ultimi indecisi

Umberto Bossi e Letizia Moratti

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Il leit-motiv di questi ultimi scampoli di campagna elettorale per il Pdl a Milano è tutto giocato sul passato poco limpido di Giuliano Pisapia, il suo essere stato vicino ad ambienti dell'estremismo, la sua frequentazione con terroristi. Un'arma che si potrebbe rivelare decisiva per Letizia Moratti, impantanata fino a pochi giorni fa in una corsa per palazzo Marino abbastanza scialba e con il rischio, serio, di non vincere al primo turno ma di dover ricorrere al ballottaggio. E visto che Milano è più che altre città un test nazionale, Berlusconi e il Pdl vorrebbero invece chiudere la partita già lunedì sera. Proprio il premier, ieri, intervenendo alla chiusura della campagna elettorale a Napoli, è tornato a battere su questo tasto: «Questa sinistra è la peggiore opposizione che ci sia in Europa. Non fa altro che calunniarci e insultarci. Basti pensare allo scandalo che hanno fatto con i loro giornali perché la Moratti si è permessa di evidenziare che Pisapia è stato un esponente di Rifondazione comunista ed è alleato con i centri sociali che sono pieni di facinorosi e violenti». Le scintille divampate nel faccia a faccia su Sky di mercoledì, dopo un primo momento di sbandamento per l'informazione incompleta data sul suo avversario, si sono infatti trasformate in un aiuto prezioso al sindaco uscente. Un «incidente» che è servito al Pdl per dimostrare che Pisapia non è affatto un candidato moderato ma piuttosto un esponente della vendoliana Sel che ha sempre vissuto all'ombra degli estremisti di sinistra. Per questo Letizia Moratti continua a ripetere che l'aver citato la condanna di primo grado del suo avversario, anche se poi archiviata perché «il fatto non sussiste», è servito a far emergere il contesto culturale nel quale si muoveva in gioventù. «Pisapia si presenta come la forza gentile ma non ha mai rinnegato i suoi trascorsi extraparlamentari – ha spiegato ieri in una intervista – non ha preso le distanze dagli episodi di violenza in piazza, dagli scioperi selvaggi o dalle occupazioni abusive dei centri sociali». «Io ho il massimo rispetto, da sempre, per le istituzioni – ha proseguito la Moratti – sono sopra le parti se critico i manifesti di Lassini e se parlo dei trascorsi di Pisapia si scatena un putiferio?». La Moratti non intende comunque scusarsi. Al massimo spiega di essere «dispiaciuta per il fatto che il mio pensiero sia stato interpretato diversamente da come avrebbe dovuto essere». A darle sostegno ieri è sceso di nuovo al suo fianco anche il ministro Giulio Tremonti. Insieme sono andati in Galleria, hanno preso un caffé, hanno parlato con i milanesi e poi hanno incontrato i giornalisti in un gazebo del Pdl. «Letizia Moratti ha fatto bene e vincerà e direi che lo farà al primo turno – ha spiegato – È stato un buon sindaco, è una persona per bene che si è impegnata per l'Expo che è fondamentale per il futuro di Milano. L'Expo adesso è partita e non deve assolutamente deragliare». Poi il ministro è intervenuto sulle ultime polemiche. «La campagna elettorale non è stata piena di veleni, le elezioni sono fatte così e gli ultimi giorni sono sempre i più concitati. Milano è un test nazionale in sè, è una città importante che è sempre stata un laboratorio per l'intero Paese». Appoggio anche dal ministro degli Esteri Franco Frattini: «Certamente noi contiamo che un sindaco che ha fatto bene meriti di essere confermata. Questa è la sostanza della nostra campagna elettorale a Milano». Nel pomeriggio la Moratti ha concluso in piazza Castello, spiegando di essere serena anche se la sfida dovesse proseguire fino al ballottaggio. «Voglio convincere gli indecisi con la concretezza e la credibilità del programma – ha proseguito – La Lega è un alleato prezioso che conosce le esigenze del territorio: abbiamo scritto il programma insieme, la coalizione è unita». E Bossi, salito dopo di lei sul palco – anche se con un po' di ritardo che ha fatto temere che i due non riuscissero a incontrarsi – le ha dato il suo appoggio: «Ricordatevi di mettere una croce sulla Lega e dare il voto alla Moratti che è alleato con noi». Poi però è arrivato un rimprovero affettuoso: «Tremonti potrà tagliare le tasse se costa meno lo Stato e la Moratti prenderà più soldi. Così finalmente aggiusterai le buche. Ne ho presa una vicino ai palazzi della Regione, e ho detto: Moratti...». La serata si è poi conclusa con il concerto di Ron e Valerio Scanu mentre il Pd ha chiuso la campagna elettorale con un concerto di Roberto Vecchioni.

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