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«Media e Oriente» saggio per capire l'informazione araba

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Neigiorni della «primavera araba» il ruolo delle televisioni satellitari del Golfo si è dimostrato ancora uan volta determinante. Dall'11 settembre 2001, l'Occidente ultra mediatico ha imparato a fare i conti con i media arabi di ultima generazione. Andrea Morigi e Hamza Boccolini con «Media e Oriente» edito da Mursia, raccontano questa evoluzione. La «Jihad delle antenne», lo sforzo per conquistare l'etere e il pubblico viene così analizzato in questo saggio scritto da due giornalisti attenti alle questioni Mediorientali e del mondo islamico. L'offerta televisiva araba è divenuta altrettanta ricca di quella occidentale: 131 canali generalisti, 119 dedicati a musica e varietà, 58 per cinema e fiction, 51 sportivi, 25 economici, commerciali e di shopping, 26 di news, 21 per bambini, 23 culturali, 12 di documentari, 11 interattivi, 13 religiosi e 4 turistici. Un approfondimento che va dalle all news di AL Jazeera e Al Arabya ai cartoon della tv di Hamas che insegnano ai bambini come si diventa kamikaze. Si parla di soap opera, talk show. Conduttori donna senza velo e reality sul Corano. I network arabi stanno cambiando il mondo islamico. Da un lato con la modernizzazione, dall'altro fornendo al lato oscuro dell'Islam un'arma eccezionale che, insieme a Internet, favorisce la propaganda e il lato oscuro dei seguaci di Maometto. Opportunità da subito compresa da Osama Bin Laden e dai suoi seguaci. Le parabole proliferano sui tetti del Medio Oriente e l'Occidente può solo sperare che i giovani delle rivolte usino con raziocinio il telecomando. Mau.Pic.

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