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Carmela uccisa con 35 coltellate

carabinieri

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Uccisa non si sa dove. Poi trasportata a Ripe di Civitella dove è stata ritrovata nel pomeriggio di mercoledì. Carmela Rea, conosciuta da tutti come Melania, sarebbe morta per le pugnalate ricevute, e per un violento colpo alla testa. Una morte violenta, cruenta. Ma dove è stata ritrovata non è stata uccisa, manca il sangue della vittima. Così mentre l'autopsia ha evidenziato trentacinque coltellate su tutte il corpo, soprattutto sul tronco e sul collo, gli investigatori del Ris hanno confermato che la donna non è morta a Ripe di Civitella, nel teramano, dove è stata trovata. Non c'è stata violenza sessuale. Una delle ferite è profonda, alla gola; altre sono arrivate in profondità a ledere organi interni. L'esame autoptico è stato effettuato dall'anatomopatologo Adriano Tagliabracci. «I colpi - ha spiegato - fanno propendere per un delitto d'impeto, passionale e non premeditato o legato alla criminalità organizzata». Per il criminologo Carmine Lavorino si tratta «sicuramente di un predatore violento, sadico, stanziale, conoscitore dei luoghi, delle abitudini e della logistica delle zone. Un serial killer che genera fiducia ed appare innocuo, che è attratto dalle donne con aspetto serio e sobrio, che alla loro resistenza ed al loro rifiuto entra in stato di improvvisa collera maligna, quella del "guerriero rabbioso distruttivo e implacabile"». Indagini a 360 gradi. la telefonata anonima che ha consentito di ritrovare il cadavere di Carmela Rea è stata effettuata da un telefono pubblico al centro di Teramo. I carabinieri stanno facendo riscontri sulle telecamere poste nella zona con la speranza di individuare l'autore. Indagini che al momento non hanno portato a nessuna persona indagata. Gli investigatori sottolineano di avere in mano elementi utili che però vanno approfonditi. Dall'autopsia è emerso che la giovane donna sarebbe stata uccisa martedì sera. Un giorno intero nelle mani del suo carnefice. Ore da ricostruire per dare un volto e possibilmente un nome all'assassino. Una persona che sapeva bene dove abbandonarla, una strada che ad un certo punto era chiusa per una frana, un posto poco frequentato, dove nessuno lo poteva vedere mentre abbandonava il corpo senza vita. Le prossime ore saranno importanti per fare un primo punto della situazione e indirizzare le indagini verso un obiettivo. Chi ha voluto collegare l'omicidio di Carmela Rea con quello di Rossella Goffo sembra voler indirizzare tutto verso un serial killer, ma c'è anche l'ipotesi di una messa in scena ben costruita, tesa a deviare le indagini. Per i parenti della vittima la donna non avrebbe mai dato confidenza a qualcuno, che di conseguenza l'avrebbe rapita con forza. Nessuno ha visto o sentito. Ma Carmela Rea ha trascorso un giorno prima di morire, con il suo telefonino che squillava a vuoto, quindi si possono escludere diverse zone della montagna tra Abruzzo e Marche, dove non c'è campo per i cellulari. Gli investigatori seguono una pista precisa.

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