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Processo Mediaset: Berlusconi in aula

Uno dei palloni esposti davanti il Tribunale dai sostenitori di Berlusconi

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Silvio Berlusconi, tra gli imputati al processo Mediaset, è entrato stamani nell'aula della prima Corte d'assise d'appello. E' la prima volta che il premier partecipa all'udienza dibattimentale davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale. Due settimane fa aveva seguito l'udienza preliminare del caso Mediatrade.Il presidente del Consiglio non sa ancora se renderà dichiarazioni spontanee al processo Mediaset al quale oggi sta partecipando. Alle domande dei cronisti se avesse intenzioni di rendere dichiarazioni spontanee ha risposto: "Non so, non credo. Dipenderà se ne dicono talmente grandi...", riferendosi a quanto accadrà in dibattimento e lasciando intendere che decideranno i suoi difensori. Stessa risposta l'ha data alla domanda se ha intenzione di farsi interrogare. "Nemmeno per sogno ma che condanna - ha  poi detto il premier prima di entare in aula - C'é una magistratura che lavora contro il paese". Poi sulla vicenda Ruby, "Non esiste alcuna concussione. Contro di me accuse risubili, infondate e demenziali". BATTAGLIA SUI TESTIMONI Per il pm Fabio De Pasquale, molti dei testimoni citati dalla difesa Berlusconi nel processo Mediaset "sono dei passanti", "scelti con criteri di casualita". Nell'aula del processo sui fondi neri creati da Mediaset, in cui Silvio Berlusconi sta assistendo all'udienza, e' battaglia sulle liste dei testimoni. Secondo la difesa del capo del governo devono essere sentite 75 persone ritenute dal rappresentante della pubblica accusa non rilevanti. "Il pm vorrebbe sentire i testimoni che lui ritiene giusti - afferma Niccolò Ghedini - ma per la difesa queste persone devono essere sentite e sono testimoni indispensabili per dare riscontro alle tesi inconsistenti della procura". Nelle settimane scorse, i legali del capo del governo avevano presentato la liste contenente i testimoni da sentire che invece per il pm non avrebbero nessuna attinenza coi temi di prova". Spetterà al tribunale dare l'ultima parola per stabilire chi effettivamente debba essere convocato in aula. "Ho passato una mattinata surreale ai limiti dell'inverosimile. È stata una perdita di tempo paradossale". Questa la prima riflessione che Silvio Berlusconi ha rilasciato in una pausa del processo sui diritti tv. LA DIFESA DEL PREMIER  Nessun imprenditore terrebbe un dipendente corrotto in azienda. Questa la tesi difensiva che Silvio Berlusconi ha esposto ai suoi sostenitori riuniti davanti al palazzo di giustizia per spiegare in estrema sintesi la sua posizione nel processo Mediaset che lo vede imputato per frode fiscale in seguito a irregolarità nella compravendita di diritti tv. "Allora io vi chiedo - ha dichiarato Berlusconi rivolgendosi al pubblico - qual è quell'imprenditore che può tenere per più anni a capo dell'ufficio acquisti un corrotto che si fa pagare una cresta a danno dell'azienda? Nessun imprenditore farebbe mai una cosa del genere".    

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