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Scontro sul verbale del processo breve

Il Presidente della Camera Gianfranco Fini, dopo aver interrotto la seduta sul processo breve

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Processo breve: comincia con un incidente di percorso la seduta di oggi alla Camera. L'aula ha respinto con procedimento elettronico il processo verbale della seduta di ieri. La cosa non è cosi' usuale, perché solitamente si approva senza troppi dibattiti e per alzata di mano. Ma le opposizioni, Pd, Udc e Idv, hanno contestato che nel processo verbale non ci fosse esplicito riferimento all'episodio che ha visto protagonista il ministro La Russa. La votazione ha visto un pareggio e dunque il processo è stato respinto. Nel frattempo è stata sospesa la riunione del Consiglio dei ministri che sta esaminando l'accordo per il rimpatrio dei migranti tunisini. La sospensione è stata decisa per permettere ai ministri di partecipare alle votazioni in corso alla Camera sul processo breve dopo la bocciatura del processo verbale della seduta di ieri. Sospesa anche alla Camera l'attività dell'aula. Una conferenza dei capigruppo è stata convocata per decidere sul proseguimento dei lavori. Non c'è stato bisogno di alcuna votazione, poi, sulla nuova versione del processo verbale  riscritto dai segretari d'Aula su richiesta del presidente della Camera Gianfranco Fini. Sul nuovo testo non è stato fatto alcun rilievo, quindi la terza carica dello Stato lo ha dichiarato approvato.  Nella nuova versione del processo verbale, la bagarre che ha visto protagonista il ministro della Difesa Ignazio La Russa è stata riportata come uno "scambio di apostrofi" tra i deputati del Pd e il ministro. Nel nuovo testo inoltre si rileva il richiamo da parte di Fini del ministro La Russa per il suo comportamento "irriguardoso".   PDL E LEGA CONTRO FINI - Dopo la votazione di oggi il presidente della Camera Gianfranco Fini è stato colpito alla testa da un giornale che gli è stato tirato addosso da un deputato del Pdl mentre lasciava l'Aula di Montecitorio. Il giornale ha colpito in pieno il presidente della Camera, che ha individuato il "lanciatore", con il quale ha avuto uno scambio di battute. Nel frattempo, dai banchi del Pdl in tanti gridavano a Fini "Dimissioni, dimissioni". Per Pdl e Lega il presidente della Camera "non è stato imparziale" durante la il voto che ha bocciato il processo verbale della seduta di ieri. "E' finita la barzelletta di Fini imparziale", ha detto il vicepresidente dei deputati Pdl Massimo Corsaro. "Dovrebbe dare le dimissioni, sul piano istituzionale è stato estremamente scorretto", gli ha fatto eco il collega Osvaldo Napoli.  E il presidente dei deputati della Lega, Marco Reguzzoni: "E' un fatto molto grave, il presidente della Camera dovrebbe essere sopra le parti, ma oggi ha dato un brutto spettacolo". "Quanto avvenuto ieri in aula non ha precedenti. Ci sono tante e tali obiezioni al processo verbale che la presidenza non può non farlo votare all'aula", ha invece commentato Gianfranco Fini. Intamto sono tornati puntuali davanti a Palazzo Montecitorio i militanti del popolo viola che, insieme all'opposizione, manifestano contro il processo breve. Dietro le transenne di piazza Montecitorio campeggia uno striscione del Pd con scritto "la legge è uguale per tutti", mentre i manifestanti gridano "a casa a casa". DI DIPETRO CONTRO ALFANO - Anche il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, nel mirino delle opposizioni dopo un gesto di stizza. Alla chiusura del voto sul processo verbale Alfano, secondo quanto riferito dal leader dell'Idv Antonio Di Pietro, ha infatti gettato la sua tessera della Camera contro i banchi dell'Italia dei Valori. "È stato un gesto irresponsabile, immorale, illegittimo da parte del portantino di Berlusconi", ha detto Di Pietro davanti alle telecamere e mostrando tra le mani la tessera di Alfano. "Lo denuncerò al presidente della Camera - aggiunge Di Pietro stigmatizzando - lo spregio e il disprezzo del ministro nei confronti del Parlamento". Disprezzo tale che, conclude Di Pietro, "mi fa chiedere le immediate dimissioni del ministro".  

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