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Dietro gli affari aste spesso deserte

Gianni Alemanno

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Le date, più o meno, combaciano. Su metodo e merito invece sarà innanzitutto la Procura e poi la commissione capitolina nominata dal sindaco Alemanno a fare chiarezza e a stabilire se sulle vendite del patrimonio comunale siano o meno state commesse irregolarità. I dubbi però ci sono. Eccome. In dieci anni (2001-2010) il Campidoglio ha dismesso 1.140 alloggi per un incasso di circa 150 milioni di euro. A finire sotto i riflettori i prezzi di acquisto degli inquilini che hanno sì esercitato la prelazione ma comunque acquistato a prezzi bassi e le vendite avvenute sugli immobili andati all'asta. La Procura sta indagando sulle vendite dal 2007 in poi (causa prescrizione), ma vale la pena ricordare qualche eclatante caso che non potrà essere più perseguito dalla legge. Asta pubblica: via del crocefisso 92 metri quadrati acquistati da una società per 271mila euro (anno 2005). Piazza di Trevi, su prelazione una nota associazione acquista 325 metri quadrati per 1.826.300 euro (anno 2005). Ma veniamo alle vendite oggetto delle indagini da parte dei magistrati. Via Andreoli (Prati) 100 metri quadrati sono stati acquistati con prelazione a 196.588 euro nel 2007. Vicolo Scavolino (tra Fontana di Trevi e via del Tritone), nel 2007 una signora si aggiudica con un'offerta successiva a un'asta deserta, un appartamento di 98 metri quadrati a 652mila euro. Sempre per rimanere nel cuore del centro storico, nel 2010 un fortunato signore riesce ad acquistare all'asta 56 metri quadrati in via dei Vascellari per 403 mila euro. Così come la società che riesce nel 2007 ad aggiudicarsi sempre all'asta un appartamento di 128 metri quadrati alla Salita di S.Onofrio (nel cuore del Gianicolo) per 483.230 euro. Non si comprende come in questo e in tanti altri casi si sia partiti da una base d'asta sorprendentemente bassa. Per l'appartamento della Salita di S.Onofrio, ad esempio, si partiva da 197.319 euro. Un po' poco. Va bene che una casa fa gola a tutti ma ad essere ingordi, alla fine, ci si può sentir male.

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