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Trentaseimila lavoratori cinesi rimpatriati via terra, mare e cielo in soli dieci giorni

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Dal23 febbraio e il tre marzoi Pechino ha dato vita ad un'operazione «senza precedenti, la più importante nella storia delle Repubblica popolare». Così il primo consigliere dell'ambasciata della Cina in Italia Chen Guoyou ha illustrato, in una conferenza stampa nella sede diplomatica di Roma, il piano di evacuazione messo in campo dalla Cina per permettere a migliaia di cittadini di lasciare la Libia. Un piano che, «facendo fronte ad una situazione estremamente complessa si è rivelato efficace» grazie anche «alla collaborazione di Paesi amici come Grecia, Malta, Italia, Turchia, Egitto e Tunisia». L'evacuazione si è svolta in «maniera tridimensionale, usufruendo di voli charter, navi della Compagnia marittima cinese, pescherecci e pullman noleggiati per recarsi in Libia», ha spiegato Guoyou, ricordando che «nei giorni apicali della missione sono stati predisposti più di 20 voli charter al giorno» mentre l'ambasciata cinese a Malta «ha evacuato circa 5mila persone con tre crociere». L'Italia - ha ricordato il diplomatico - «ha offerto un corridoio verde in diversi aeroporti ma il territorio italiano, alla fine, non è stato direttamente coinvolto». Mentre, il piano di evacuazione cinese ha riportato a casa anche «2100 stranieri, tra cui 700 bengalesi e 34 italiani» tornati in patria facendo scalo a Malta e in Grecia. La reazione del governo cinese alle rivolte «è stata immediata e tempestiva e dimostra che »Pechino «mette al centro di tutte le sue azioni l'interesse del suo popolo», ha ancora aggiunto Guoyou ricordando che i cittadini evacuati «erano in gran parte dipendenti delle 75 aziende presenti» in Libia. «È fondamentale che la stabilità sia ripristinata quanto prima perchè questa situazione convulsa non giova nè al popolo libico nè alla stabilità regionale e internazionale», ha infine osservato il primo consigliere.

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