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Conti non in regola Scatta l'allarme Rai

Mauro Masi

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Tutto precipita in Rai. Viale Mazzini appare nello stallo più completo e ormai anche il direttore generale Mauro Masi sembra avere le ore contate. Ieri sera si era anche diffusa la voce di un suo rientro a palazzo Chigi dopo una telefonata con il presidente del Consiglio. A far tracimare la situazione è una lettera del collegio dei sindaci che solleva fortissimi dubbi sulla situazione dei conti dell'azienda. Una nota che è stata consegnata ieri a tutti i consiglieri di amministrazione, anche se alcuni di loro sostengono di non averla ricevuta e altri affermano di averla avuta ma non di non aver avuto il tempo di leggerla. Comunque un po' tutti negano che se ne sia parlato nel corso della riunione del Cda di ieri, sebbene nessuno se la senta di raccontare nei dettagli di cosa si sia parlato. A questo punto poco importante quale sarà la goccia che farà traboccare il vaso. Conta che la tv pubblica è vicina a un cambio quanto meno di gestione. Al punto che naturalmente è partito il toto-direttore generale. La candidatura che ha più quotazioni è sempre quella Lorenza Lei, cattolica e legata a Gianni Letta. Berlusconi al momento traccheggia e studia anche una soluzione doppiamente interna: Fabrizio Del Noce. Il direttore di Rai Fiction ha un passato di giornalista e di dirigente Rai e ha avuto anche un passato di deputato di Forza Italia. La Rai tuttavia non è un mondo a sé stante in questa fase. Tra poco più di un mese saranno consegnate anche le liste dei manager delle aziende pubbliche: c'è da decidere per Eni, Enel, Finmeccanica e Poste. C'è poi una questione altrettanto delicata e che riguarda la funzionalità dello stesso Cda. Due consiglieri si sono di fatto sospesi: si tratta della leghista Giovanna Bianchi Clerici e del rappresentante del Tesoro, cioé l'azionista, Angelo Petroni. Su di loro infatti pende una richiesta di risarcimento per quasi due milioni di euro a testa per aver nominato Alfredo Meocci, che invece non aveva i requisiti, direttore generale nel lontano 2005. In questa situazione non esiste di fatto una maggioranza al vertice dell'azienda. Tre consiglieri sono ascrivibili al centrodestra (Alessio Gorla, Antonio Verro e Guglielmo Rositani) altri tre al centrosinistra (i democratici Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten e il centrista Rodolfo De Laurentis). Se il presidente, Paolo Garimberti, continuerà ad astenersi si corre il rischio che in Rai non venga presa più alcuna decisione di vertice. Il governo non può intervenire e l'attuale consiglio di amministrazione scade nel lontano marzo 2012, cioé tra un anno. Anche se l'esecutuvo, legge alla mano, non è in condizione di fare molto ciò non significa che non si stia occupando della situazione. Presto arriveranno anche nuove decisioni.

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