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Addio alla patrimoniale. In Francia

Il presidente francese Nicolas Sarkozy

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In Italia se ne parla da qualche settimana. Anzi se ne riparla. Del resto è uno dei cavalli di battaglia della Sinistra nostrana: la patrimoniale. Uno spettro che si aggira per il Paese ogni qualvolta Pd e company lanciano ricette anti-crisi. L'ultimo a cavalcarla è stato l'ex segretario Veltroni nel suo Lingotto 2. Una necessità secondo tanti esponenti democratici per abbattere il debito pubblico e, soprattutto, fare cassa. «Anche i ricchi piangono» dicevano una volta. Ma l'idea di tartassare ancora di più i cittadini, mettendo nuove imposte sui beni di lusso non piace al centrodestra anche perché il bene «di lusso» più diffuso, almeno secondo la Sinistra, è la casa. È stato lo stesso premier Berlusconi a chiarire che il Pdl non avrebbe mai introdotto la patrimoniale e a invitare gli italiani a diffidare della proposta rilanciata dalla Sinistra. Eppure la patrimoniale sembra ormai talmente tramontata che il governo francese sta mettendo a punto un piano per cancellarla o, se ciò non fosse tecnicamente possibile, per limitarla drasticamente. Se ne sta occupando il ministro del Bilancio e portavoce dell'esecutivo Francois Baroin che, ai microfoni di France 2, non ha usato mezzi termini. Le varie ipotesi, ha spiegato, saranno esaminate domani in un colloquio tra lo stesso Baroin, il ministro dell'Economia Christine Lagarde, una delegazione di parlamentari, di economisti e dirigenti d'azienda. Il progetto di legge di riforma, che includerà anche «la soppressione dello scudo fiscale», è atteso per il mese di maggio. Annunciata dal presidente Nicolas Sarkozy lo scorso autunno, la riforma dell'imposta patrimoniale fa da tempo discutere nella maggioranza come nell'opposizione francese, per i mancati introiti fiscali che ne deriverebbero. Per compensarli, hanno più volte dichiarato membri del governo, sono allo studio diverse strade. Tra queste c'era anche quella della tassazione delle plusvalenze generate dalla vendita dell'abitazione principale, che ora è stata abbandonata. Se dunque da un lato Sarkozy cancellerà la patrimoniale, dall'altro approverà un piano per l'occupazione. Cinquecento milioni di euro in un anno per favorire la conquista di un posto di lavoro da parte dei giovani e degli over 45, attraverso incentivi all'assunzione e alla formazione in azienda. Sarà aumentato il numero di contratti di formazione lavoro o apprendistato obbligatori per le imprese di oltre 250 dipendenti. Chi non le rispetterà subirà sanzioni più aspre, mentre chi le supererà riceverà incentivi economici da 400 euro per ogni contratto in più. Per quanto riguarda invece le piccole e medie imprese, quelle che accetteranno di accogliere giovani in formazione beneficeranno di un'esenzione totale dagli oneri sociali su questo tipo di contratti. Semplicemente utopie in casa Sinistra. Dove la patrimoniale resta sempre e comunque dietro l'angolo.  

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