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Bagnasco promuove Silvio "L'incontro è andato bene"

Silvio Berlusconi e  il presidente della Cei Bagnasco

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Angelo Bagnasco, il giorno dopo. Venerdì, il cardinale presidente della Cei è uscito dalla seconda fase dell'incontro bilaterale tra Italia e Santa Sede in occasione dell'anniversario della Revisione del Concordato senza rilasciare alcun commento. Ieri lo ha definito «un incontro istituzionale, di prassi, che ha il suo valore simbolico e anche contenutistico sostanziale, quindi nella norma dell'incontro e del rapporto con le istituzioni». E ha proseguito: l'incontro «è andato, come risulta, sostanzialmente bene, in maniera tranquilla. Andiamo avanti». Il cardinale parla a margine dell'inaugurazione dell'anno giudiziario ecclesiastico. Non era passato inosservato, all'apertura della seconda fase dell'incontro (il cerimoniale lo divide in tre fasi), che Bagnasco e Berlusconi fossero seduti vicini a parlottare, mentre il segretario di Stato vaticano Bertone si intratteneva con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Segnali importanti. Del resto, l'incontro tra Italia e Santa Sede è stato caricato di significati plurimi. Avveniva in un momento in cui era stato annunciato il rinvio a giudizio del premier Berlusconi; e non erano mancati gli appelli, da parte di esponenti della Chiesa, a una maggiore moralità e sobrietà. Mentre il cardinal Bagnasco, nella sua prolusione al Consiglio Permanente di fine gennaio, aveva puntato il dito non solo sul presidente del Consiglio, ma su tutta la società. Temi importanti nel dibattito pubblico. Ma non abbastanza per inficiare un discorso diplomatico. Ieri è stato chiesto a Bagnasco se la fedeltà sia un valore anche in politica. Anche lì, il presidente della Cei ha risposto in maniera generica, sottolineando come la fedeltà sia «un valore a tutti i livelli», nonostante sia «una categoria fuori moda dal punto di vista culturale, perché è sinonimo di noia, di ripetizione noiosa delle stesse cose, quasi di prigione della libertà, della spontaneità dei sentimenti, delle azioni e delle esperienze», e chiedendo di «recuperare la categoria delle fedeltà, sia sul piano dell'amore, dell'amicizia, della vita in generale, del proprio lavoro, dei propri doveri». Seduti attorno a un tavolo mentre si celebravano gli accordi tra Stato e Chiesa, i temi di cui parlare non sono mancati, al di là degli scandali sessuali e della questione morale. La Cei, incassata l'esenzione dell'Imu (imposta municipale unica) anche per i luoghi non di culto, è molto preoccupata per il 5 per mille, i cui fondi saranno per il 2011 vincolati a un tetto di 400 milioni, mentre manca ancora un decreto di reintegro delle agevolazioni delle tariffe postali,tagliate il 1 aprile del 2010. Una battaglia, quest'ultima, per la quale si era speso anche Avvenire. E qualcuno ha notato che proprio dopo gli editoriali sull'argomento, era saltata fuori l'inchiesta sui sacerdoti omosessuali nella diocesi di Roma. E poi la legge sul biotestamento. Sono questioni molto più prosaiche. C'è poi l'idea di rendere Roma una sorta di «città con poteri speciali», sulla scia della legislatura su Roma Capitale, che tenga conto della presenza del Vaticano nel suo territorio.

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