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Bersani inciucia con il Carroccio

Pierluigi Bersani

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Siamo ai messaggi pre-crisi. Proprio nel giorno in cui si registra una prima certa freddezza tra Pdl e Lega si scopre uno strano feeling tra il Carroccio e il principale partito di opposizione, il Pd. Che i democratici corteggiassero Umberto Bossi non è una novità. Corteggiamento che si era fatto più intenso dopo lo stop del federalismo. La novità è che la prima volta negli ultimi anni la Lega, di fronte alle rassicurazioni dei Cavaliere, gira lo sguardo altro. E precisamente a sinistra. Che cosa è successo in particolare? Mentre Berlusconi rilancia («Avremo presto 325 deputati di maggioranza»), Calderoli lo gela: «Ne servono almeno 330 per poter governare bene in Aula e nelle commissioni». Nello stesso tempo La Padania, il giornale del Carroccio, ospita una bela intervistona niente di meno che a Pier Luigi Bersani. E il segretario del Pd non delude e tende la mano la mano al Senatur. Bersani ha in sostanza sfidato la Lega a realizzare un "patto a due" (Lega e Pd) per realizzare il "vero federalismo". Con la pregiudiziale per la Lega di staccare la spina del governo Berlusconi («non si può sacrificare tutto, ossia la riforma chiave, in nome di Ruby», ha osservato Bersani). «Facciamo un patto per il federalismo» è proprio il titolo con cui la Padania presenta l'intervista. Il segretario del Pd parla di un «patto tra forze popolari» per cambiare l'Italia. E l'invito che Bersani fa a Bossi è quello di «guardare oltre Berlusconi e nel contempo preservare la prospettiva autonomista, perché in queste condizioni rischiamo di fare un cattivo federalismo».   «Pur con posizioni diverse - aggiunge il segretario del partito democratico - e anche alternative, ci sono due vere forze autonomiste nel nostro Paese: il Pd e la Lega». Ed è il Carroccio «a tenere attaccata oggi la spina del governo Berlusconi». «Le forze politiche - dice Bersani - forniscano una larga disponibilità. Va anche bene che il Governo rimanga nell'ambito del centrodestra. Assicureremo un'opposizione propositiva. Ripeto, garantisco personalmente per me e per il mio partito: il processo federalista deve andare avanti e giungere a compimento». Musica per le orecchie leghiste. Ma non basta, Bersani è stato oltremodo generoso e, affrontando l'emergenza immigrazione ha fatto sapere (rivolto direttamente a Maroni) che il Pd appoggerà il ministro dell'Interno «nella sua richiesta di maggiore condivisione europea di fronte all'emergenza in Nord Africa». «So che la Lega non è razzista - ha detto un suadente Bersani - e appoggeremo Maroni nella sua richiesta di maggiore condivisione europea di fronte all'emergenza». La sirena-Bersani, dunque sta solleticando le orecchie leghiste, allarmando il premier e la sua compagine.

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