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Caso Ruby: il Pdl a Milano contro i giudici

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«No,è lei che si deve vergognare!». Immancabile conclusione delle discussioni, spesso animate, tra i militanti del Pdl che hanno manifestato ieri davanti al «Palazzo dell'ingiustizia», come lo hanno ribattezzato, per dimostrare solidarietà al premier Silvio Berlusconi e coloro che, tra i passanti, si sono presi la briga di difendere l'operato della magistratura, impegnata nel caso Ruby. In qualche centinaia (1000 secondo gli organizzatori), attorno a un gazebo, gli esponenti del Pdl hanno lanciato slogan ed esposto cartelli in difesa del premier contro cui «da anni è in corso una persecuzione giudiziaria»: su uno striscione una frase di Luigi Einaudi: «Giustizia non esiste là dove non vi è liberta»; su un altro la scritta «Silvio, resistere, resistere, resistere», frase mutuata dalla relazione dell'ex pg di Milano, Francesco Saverio Borrelli nel corso dell'inaugurazione dell'anno giudiziario del 2002. La sintesi della manifestazione la fornisce il sottosegretario Daniela Santachè, davanti al gazebo con la presidente della commissione Cultura della Camera, Valentina Aprea, il coordinatore lombardo del Pdl, Mario Mantovani e altri esponenti del partito. «Vi do una notizia - ha detto la Santanchè - Questo processo finirà in niente perché le presunte vittime smentiscono di esserlo e non vi è concussione perché non vi è un concusso. Quanti processi ha subito qui Silvio Berlusconi finiti nel nulla? - ha osservato - Questo presidio è per ricordare ai giudici che stanno mettendo a rischio l'immagine dell'Italia, perché Silvio Berlusconi è presidente di tutti gli italiani». Nel frattempo, qualcuno passa e grida: «Vergogna». Dal gazebo si ribatte: «Siete voi che dovete vergognarvi, servi dei giudici di sinistra». Qualche scambio di insulti, i militanti del Pdl occupano parte della carreggiata di corso di Porta Vittoria per portare la propria protesta più vicino possibile al palazzo in cui «i giudici rossi lavorano per infangare l'Italia e il suo presidente del Consiglio». «Quello che fa in casa sua è affar suo, l'importante è che governi bene. Senza di lui l'Italia sarebbe in mano alla sinistra», urla una signora con bandiera del Pdl e foulard della Lega. Qualche battibecco un poco più vivace e, poi, ognuno per la sua strada. I militanti del Pdl raccolgono bandiere e striscioni e lasciano il marciapiede davanti al «Palazzo dell'ingiustizia».

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