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L'Udc corteggiata ma alla fine Casini si sfila

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Il«corteggiamento», per ottenere il via libera sul testo per il fisco municipale ma anche per un possibile «patto di legislatura» sulle riforme è mercoledì sera, quando il leader del Carroccio ha chiamato al telefono Pier Ferdinando Casini, ma - riferiscono fonti parlamentari - i due non sarebbero riusciti a parlarsi. Ieri mattina, hanno poi spiegato le stesse fonti, Casini ha avuto un colloquio con il ministro Roberto Calderoli e, infine,ieri pomeriggio, subito dopo il voto alla Camera, Roberto Maroni e Casini si sono fermati a parlare a lungo in Aula. Le avances però non hanno sortito effetto. La replica al voto in Commissione è stata dura. «Un atto volgare e violento, adottato nella più assoluta illegalità costituzionale, che apre un ulteriore conflitto istituzionale, questa volta tra Governo e Parlamento» hanno dichiarato in una nota congiunta il presidente dei senatori Udc, Gianpiero D'Alia, e il vice presidente dei deputati Udc, Gian Luca Galletti, in merito al decreto sul federalismo. «Il Governo - hanno sottolineato i due centristi - ha ricevuto una delega dal Parlamento, che avrebbe dovuto esercitare nel rispetto delle indicazioni del legislatore e della Commissione bicamerale appositamente istituita. L'Esecutivo l'ha violata in maniera autoritaria e antidemocratica. Se avesse un minimo di dignità e rispetto per le istituzioni, La Loggia dovrebbe dimettersi».

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