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In onda la rabbia dei leghisti Elezioni oppure la secessione

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C'èchi auspica le elezioni subito, chi consiglia di andare avanti e chi invece ripesca la parola magica, secessione. La delusione leghista è andata in onda nel pomeriggio su Radio Padania Libera, nel corso della trasmissione «Che aria tira» con il filo diretto con gli ascoltatori. «I furbi e i ladri - ha esordito Franco di Bergamo - la stanno facendo franca un'altra volta. Chi sono i furbi e i ladri? Quelli che hanno bocciato il federalismo». Maurizio di Milano non ha dubbi su cosa deve fare il Carroccio: «È venuto il momento di togliere la spina. Padania liberissima». Mentre Graziano di Brescia è più realista: «Io andrei calmo. Noi, anche se andiamo al 14-15%, abbiamo sempre bisogno dell'amico Berlusconi e poi dobbiamo pensare che le elezioni possiamo anche perderle e se le perdiamo il federalismo lo mandiamo davvero in soffitta». Immediata la replica di un'altra leghista bresciana, Chiara: «Sono incavolata moltissimo. Adesso l'unica cosa è la secessione perché abbiamo portato fin troppa pazienza. Andiamo alle elezioni, coraggio Bossi stacca la spina». Sulla stessa linea è Massimo da Lodi secondo il quale con il voto in commissione è stata fatta chiarezza: «È arrivato il momento della chiarezza. Adesso andiamo avanti da soli senza alcuna mediazione». I leghisti sono convinti che il vero ostacolo per la realizzazione del federalismo è il presidente del consiglio e Luigi di Milano la spiega così: «Il reddito al Nord è diminuito in due anni del 2,5% mentre al Sud è aumentato. Solo per questo motivo bisognerebbe rottamare questo governo perché fino a quando c'è Berlusconi il federalismo non ci sarà. Rottamiamo il governo prima che rottamino la Lega e magari vediamo se con il Pd è possibile fare le riforme. Berlusconi, game over!». Il voto in commissione è consultivo per cui per molti leghisti bisogna andare avanti. La pensa così Pierluigi di Bergamo: «Qual è il problema? la commissione è consultiva per cui andiamo avanti con il testo originale senza mediazioni».

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