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Ora Fini e Casini fanno i moralisti

Il presidente della Camera Fini e il leader dell'Udc Casini

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Mancava soltanto il leader dell'Api Francesco Rutelli. Allora sì che l'assalto del terzo polo a Berlusconi sarebbe stato completo. Invece ci hanno pensato «soltanto» Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini ma il traguardo è stato raggiunto lo stesso. I leader di Fli e dell'Udc, infatti, hanno espresso preoccupazione per una vicenda «grave e devastante» e hanno «consigliato» al premier di dimettersi. «È legittimo preoccuparsi di quel che sta accadendo. È in gioco il buon nome degli italiani nel mondo», ha detto il presidente della Camera. Sulla stessa scia il numero uno del partito centrista: «Credo che in questo momento il Paese sia in grandissima difficoltà, c'è un discredito internazionale che è sotto gli occhi di tutti». L'assalto è partito dopo la presentazione dei Discorsi parlamentari di Luigi Preti. I segnali di un intervento concordato erano evidenti fin dall'inizio. Casini e Fini si sono incontrati, con gli altri ospiti, in un salottino prima del convegno. Poi hanno parlato del politico socialdemocratico, scomparso nel 2009, e anche qui la consonanza è stata evidente. Ne hanno esaltato entrambi «l'alto senso delle istituzioni animato dal profondo radicamento etico nella vita pubblica» e il «valore dell'etica pubblica», unito alla «costante volontà di dialogare con gli avversari politici». Fini ha ricordato l'esempio del grande «uomo di stato», Casini gli ha fatto eco sottolineandone «la fermezza e l'anticonformismo uniti al coraggio dell'impopolarità». Poi, alla fine del convegno, la sintonia tra i due si è trasferita di fronte ai cronisti. «Non capisco cosa ci sia di divertente - ha spiegato Fini riferendosi al caso Ruby - l'unico a divertirsi sembra il presidente del Consiglio». Netto anche il leader dell'Udc: «Il modo migliore, più decoroso e più dignitoso che ha il capo del governo è di rispondere ai giudici. Se queste imputazioni sono finte si deve scoprire che sono finte. Ma, se le cose stanno diversamente, è chiaro che la cosa che deve fare glielo suggerisce il buon senso, non è che glielo dobbiamo dire noi. Io - ha proseguito Casini - certamente credo che un passo indietro di Berlusconi darebbe l'opportunità al centrodestra di consolidarsi, ma c'è una concezione diversa, non ho mai creduto che la politica sia una persona e quando finisce questa persona è il diluvio, la vita continua». E Fini di rimando: «Gli italiani sono sconcertati dalla gravità delle accuse di cui è oggetto Silvio Berlusconi». Ovviamente la bufera politica con gli ex colleghi di partito del presidente della Camera è scoppiata dopo un paio di minuti. «Ne abbiamo viste tante in questi mesi, ma che ora Fini si proponga come grande custode del buon nome dell'Italia, di ogni virtù civile, e perfino della moralità privata di tutti gli italiani, con tanto di espressione corrucciata, sembra francamente un po' troppo - ha detto il portavoce del Pdl Daniele Capezzone - Per ora è stato un compito per lui impossibile anche apparire super partes per tre giorni consecutivi. Figuriamoci missioni più impegnative». Netto anche il senatore del Pdl Francesco Casoli: «Fini non capisce come possa divertirsi Berlusconi in questo momento? È davvero patetico! Piuttosto si dimetta lui che non garantisce più imparzialità al suo ruolo. Sono gli italiani gli unici a non capire la smania del ducetto futurista di voler andare a tutti i costi a braccetto con quella parte di magistratura che vuole disarcionare chi è stato eletto democraticamente dal popolo per far andare al potere, senza elezioni, tre soggetti che messi insieme non arrivano neanche a una percentuale a due cifre». All'attacco anche il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi che ha domandato: «Su quali basi Fini si permette di parlare di discredito nel mondo? Proprio da chi ricopre una delle più alte cariche istituzionali ci si aspetterebbe, infatti, una posizione di massima garanzia dei diritti di ogni cittadino, a partire dal principio della presunzione di innocenza mentre è in corso una inchiesta che suscita peraltro molti interrogativi». La replica di Fli non si è fatta attendere: «A chi come il ministro Bondi chiede di sapere su quali basi Fini parla di danni all'immagine internazionale del nostro Paese il gruppo di Futuro e Libertà alla Camera invierà la rassegna stampa internazionale degli ultimi due giorni». Ironico il leader de La Destra, Francesco Storace: «Anche Fini si è divertito nel papparsi la casa di Montecarlo, potendo contare su magistrati che non hanno preteso di interrogarlo».

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