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Nel Pd scoppia la guerra delle poltrone

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.L'appello l'ha lanciato un consigliere regionale. «Se fossi membro di un consiglio di amministrazione, un presidente o un amministratore delegato di una delle tante società regionali nominato dal precedente governo del centrosinistra dopo otto mesi di giunta Polverini, al di là delle scadenze, mi sarei già dimesso» ha scritto Enzo Foschi. In effetti se da un lato la governatrice non ha ancora sostituito i vecchi manager, dall'altro amministratori e presidenti (tra questi tanti politici «ripescati») scelti da Marrazzo e company non ci pensano proprio a fare un passo indietro. Si sa, poltrona e colla non mancano mai nel kit del «perfetto» politico. Ma Foschi insiste: «Finiamola con l'ipocrisia dei "tecnici". È arrivato, dopo otto mesi, il momento di fare chiarezza per fornire quella necessaria coerenza per una reale battaglia di opposizione non ponendo, quindi, indiretto sostegno a fenomeni di vero e proprio trasformismo». Il consigliere del Pd prende come esempio l'azienda di trasporto Cotral, «dove il consiglio di amministrazione, all'unanimità, vota un "piano di efficientamento" che, di fatto, scarica scelte di riorganizzazione aziendale sbagliate o perlomeno discutibili, come i costi del management, sulle fasce più basse dei lavoratori dell'azienda. I sindacati, in merito, hanno già espresso la loro totale contrarietà ma che credibilità può avere la nostra opposizione a quel progetto se poi a sostenerlo è un consiglio di amministrazione ancora in carica e nominato dal centrosinistra?». Una domanda fondata che il capogruppo del Pd alla Regione Lazio, Esterino Montino, rimanda al mittente: «Non compete a un gruppo politico e a un consigliere regionale entrare nel merito di scelte squisitamente aziendali che spettano esclusivamente a chi è preposto alla gestione di quell'azienda. Foschi farebbe bene ad attenersi scrupolosamente a questo profilo». Poi precisa: «Per quanto riguarda le scadenze dei Consigli di amministrazione il gruppo del Pd ha già assunto la decisione di combattere qualsiasi logica legata allo spoil system, una decisione tra l'altro confermata anche dalla Corte costituzionale. I consigli di amministrazione devono completare il proprio lavoro fino alle scadenze naturali. Queste sono dettate non da mozioni politiche o partitiche o da posizioni personali ma esclusivamente dal codice civile che tutti gli amministratori dovrebbero conoscere». Peccato che il centrosinistra non si fece tanti scrupoli quando mandò a casa i manager nominati dalla Regione di Storace. Ma anche questo è noto: nel kit del perfetto politico spesso manca la coerenza.

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