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La Consulta boccia "in parte" il legittimo impedimento

La sala gialla di palazzo della Consulta

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{{IMG_SX}}Alla fine non un voto sul filo del rasoio, ma un'ampia maggioranza alla Corte costituzionale ha deciso il destino della legge sul legittimo impedimento, in parte bocciata: a quanto si apprende, 12 sono i giudici che hanno appoggiato la soluzione trovata, giudicata "equilibrata" tra le alte toghe della Consulta, soltanto 3 quelli che hanno votato contro. Una decisione arrivata al termine di oltre cinque ore di camera di consiglio: i giudici si sono trovati in udienza alle 9.30 di stamattina, poco prima delle 14 hanno aggiornato la seduta ripresa alle 15.30 e dopo circa un'ora la sentenza. La Corte Costituzionale avrebbe posto diversi paletti alla legge nata per mettere temporaneamente al riparo il premier Berlusconi dalla ripresa dei suoi tre processi (Mills, Mediaset e Mediatrade). In particolare, la Consulta avrebbe bocciato la certificazione di Palazzo Chigi sull'impedimento e l'obbligo per il giudice di rinviare l'udienza fino a sei mesi, dichiarando illegittimo il comma 4 dell'art.1 della legge 51 del 2010. E avrebbe bocciato in parte il comma 3, affidando al giudice la valutazione del "legittimo impedimento". La Consulta avrebbe inoltre fornito una interpretazione del comma 1, ritenendolo legittimo solo se, nell'ambito dell'elenco di attività indicate come impedimento per premier e ministri, il giudice possa valutare l'indifferibilità della concomitanza dell'impegno con l'udienza, nell'ottica di un ragionevole bilanciamento tra esigenze della giurisdizione, esercizio del diritto di difesa e tutela della funzione di governo, oltre che secondo un principio di leale collaborazione tra poteri.

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