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Adinolfi aggredito: «Come voleva Sallusti»

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Treore dopo è stato accontentato». Così il giornalista, blogger ed ex candidato alle primarie del Pd, Mario Adinolfi racconta su facebook l'aggressione subita sabato sera a Roma da un gruppo di otto ragazzi, anzi, «ragazzini, forse non c'era neanche un maggiorenne». «Tutti in cerca di sballo - racconta il direttore di The week - qualcuno ha riconosciuto "er ciccione della tv". E proprio al grido di "ciccione" il più bassino, quello che evidentemente deve dimostrare qualcosa agli altri e vuole una medaglia di malinteso "coraggio" da appuntarsi sul petto, parte con un destro sul mio labbro e con un colpo di casco che s'abbatte sulla mia arcata soppraciliare sinistra. Tutto molto doloroso». Poi la ritirata, tutti in sella ai loro quattro motorini e via. Gli aggressori però non hanno fatto i conti con il fatto che Adinolfi era riuscito a memorizzare le targhe del mezzo. Di qui la denuncia ai carabinieri e la visita in Pronto soccorso: «Mi sono state riscontrate ecchimosi, edema, ferite lacero-contuse. Niente di terribile. Ma il turbamento è profondo». Turbato, in realtà, è anche Sallusti. «Ho chiamato Adinolfi - racconta - per esprimergli la mia solidarietà e per chiarire la cosa». Il direttore de Il Giornale è dispiaciuto. «Mi dicono che sui blog e i giornali on line c'è soltanto la seconda parte del battibecco che c'è stato in tv tra me e Adinolfi, quella in cui io gli dico "Voglio vedere se le danno a te due sberle". Nella prima parte del dibattito, però, lui minimizzava su quanto accaduto a Roma durante gli scontri del 14 dicembre. Quasi ridicolizzava: "Ma cosa vuoi che siano due sberloni a un finanziere - diceva - Non è mai morto nessuno, non sono neanche andati in ospedale". E io a quel punto gli ho risposto in quel modo». Sallusti, comunque, è convinto che tra lui e il blogger un chiarimento ci sia stato. «Mi spiace solo - ammette - che rischiava di passare il messaggio inverso: ero io a condannare la violenza senza se e senza ma, che dicevo che non si devono menar le mani a nessuno». Poi c'é la questione dei dibattiti tv. Spesso i toni sono davvero troppo alti. «Non ci sono dubbi - spiega Sallusti - dobbiamo tutti darci una regolata e rendere meno ostile il clima delle trasmissioni». Na. Pie.

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