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Napolitano: non celebrare l'unità indebolisce il federalismo

Regggio Emilia, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio consegnano una copia del primo tricolore al sindaco di Roma Gianni Alemanno

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Tutte le forze politiche devono impegnarsi nel celebrare il 150° dell'unificazione del Paese come momento di rilancio dello spirito dell'unità e della coesione nazionale. Lo chiede il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che a Reggio Emilia apre le celebrazioni per la ricorrenza. "Vorrei rivolgere un vivo incitamento a tutti i gruppi politici di maggioranza e di opposizione, a tutti coloro che hanno responsabilità nelle istituzioni nazionali regionali e locali, perchè nei prossimi mesi, al Sud, al Centro come al Nord, si impegnino a fondo - sottolinea - nelle iniziative per il centocinquantenario, così da rendere davvero ampia e profonda la proiezione tra i cittadini, la partecipazione dei cittadini, in rapporto a una ricorrenza da tradurre in occasione di rafforzamento della comune consapevolezza delle nostre responsabilità nazionali".  "Ritrarsi o trattenere le istituzioni dall'impegno per il centocinquantenario, che è impegno a rafforzare le condizioni soggettive di un'efficace guida del Paese, non giova a nessuno - ha detto il presidente rivolgendosi alla Lega - Non giova a rendere più persuasive, potendo invece solo indebolirle, legittime istanze di riforma federalistica e di generale rinnovamento dello Stato democratico". RISPETTARE IL TRICOLORE È UN OBBLIGO - Per il capo dello Stato sono difficili e dure le prove "che attendono e già incalzano l'Italia in un delicato contesto europeo e in un arduo confronto internazionale" ma il Paese se "unito" può farcela. "La delusione e lo scontento che ben presto seguì il compimento dell'Unità ha finito per riprodursi fino ai giorni nostri. La critica del Risorgimento ha conosciuto significative espressioni, ma quel che è giusto sollecitare è un approccio non sterilmente recriminatorio e sostanzialmente distruttivo, e un approccio che ponga in piena luce il decisivo avanzamento storico che l'unità ha consentito all'Italia, al di là di storture da non tacere". "Il 7 gennaio del 2011, festa del Tricolore, sia il pegno della nostra determinazione nel tutelare, rinsaldare e rafforzare il sentimento di unità nazionale, per il quale tanti italiani hanno dato la vita", è stato l'auspicio di Napolitanonel suo discorso al teatro municipale "Valli" di Reggio Emilia. "Dato che nessun gruppo politico ha mai chiesto una revisione dei principi fondamentali della Costituzione, è pacifico che c'è l'obbligo di rispettarli, e tra questi principi c'è il rispetto del tricolore", ha detto il capo dello Stato.

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