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Ronzulli: "Hanno minacciato di morte mia figlia"

La deputata Licia Ronzulli con la figlia in braccio

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«Ho difeso il mio Paese dagli insulti di Sonia Alfano. E solo per aver fatto questo hanno minacciato di morte mia figlia». L'eurodeputata del Popolo delle libertà Licia Ronzulli è un fiume in piena. Onorevole, dopo lo scontro con Sonia Alfano che l'ha apostrofata come "vajassa" arrivano le minacce.  «Ho ricevuto insulti e minacce di tutti i generi. Mi hanno definita con paroloe che faccio fatica a ripetere».   Attraverso quale mezzo?  «Ho ricevuto molte e-mail di minacce alla casella di posta elettronica del Parlamento europeo, su Facebook e sulla casella di posta elettronica del Pdl. Le persone che l'hanno minacciata sul social network, lo hanno fatto con un'identità di comodo?  «Questo non saprei dirlo. Oggi, fare un account fittizio su Facebook è semplicissimo. Su questo social network mi hanno definita come la "serva di un nano" da una persona che si è firmata. . Altri hanno scritto: "Grazie al Fatto quotidiano abbiamo visto il suo modus operandi. Tutte le minacce erano riconducibili all'area dei simpatizzanti dell'Idv. Infatti, molti si sono firmati come "elettore dell'Italia dei Valori". Devo aggiungere che i messaggi di solidarietà sono stati molti di più rispetto agli insulti. Le persone che mi hanno offesa e minacciata combattono con i cannoni caricati dall'odio, con la rabbia. Non posso accettare che mi dicano "Voglio vedere tua figlia morta"».   È la prima volta che riceve delle minacce del genere? «Non sono mai stata minacciata prima d'ora. È la prima volta in assoluto. Mi sono permessa di interrompere Sonia Alfano perché stava insultando l'Italia e il mio presidente del Consiglio e ho ricevuto questa valanga di insulti e di infamie».   Non esattamente quello che vi aveva chiesto il presidente della Repubblica Napolitano quando vi aveva ricevuto all'inizio della legislatura.  «Il Capo dello Stato ci aveva detto che il Parlamento europeo non doveva diventare il teatro delle polemiche nazionali e che le istituzioni europee non erano la cassa di risonanza della politica interna. Sonia Alfano utilizza sistematicamente le dichiarazioni di voto al Parlamento europeo per fare quello che Napolitano ci ha sempre chiesto di evitare».   La presidenza non ha detto nulla sull'insulto dell'Alfano nei suoi confronti?  «Il termine "vajassa" non è stato tradotto. Quindi il Presidente di turno dell'assemblea, il socialista Stavros Lambrinidis, non ha compreso la parola».   Lei è finita sulle prime pagine dei quotidiano europei perché ha votato in aula con sua figlia in braccio. Cosa pensa delle parlamentari del Pd che hanno votato nella fase terminale della maternità? «Sono d'accordo con Giulia Bongiorno, che ritiene la maternità non comparabile con una malattia. Ci vuole un congedo di maternità per i deputati. Questa possibilità non esiste nemmeno al Parlamento europeo. Però ritengo che ci siano delle priorità. Se avessi una gravidanza a rischio non l'avrei fatto ma è una decisione personale e insindacabile che non mi permetto di giudicarea».

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