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Dal Pdl prova di forza contro Fini

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Silvio Berlusconi

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Sono passati meno di 9 mesi. Era il 20 marzo e, a piazza San Giovanni a Roma, il Pdl scendeva in piazza. C'erano i candidati alle Regionali, c'era Renata Polverina costretta a correre nel Lazio senza il sostegno della lista del principale partito del centrodestra, c'era persino il leader della Lega Umberto Bossi. Gianfranco Fini no. Il suo ruolo istituzionale gli impediva di esserci. Oggi e domani il Pdl ha lanciato una nuova mobilitazione nazionale. Non ci sarà un'unica manifestazione come quella di San Giovanni, ma tanti appuntamenti locali. Da Aosta a Palermo deputati, ministri, sindaci, presidenti di Regione e di provincia, militanti scenderanno in piazza a sostegno del governo. Un po' ovunque, poi, saranno allestiti gazebo dove, chi vorrà, potrà simbolicamente confermare la sua fiducia nell'esecutivo. E pure stavolta Fini non ci sarà. Anche se questa "prova di forza" del Pdl è soprattutto merito suo (o demerito dipende dai punti di vista). Il presidente della Camera sarà il convitato di pietra. Sarà ovunque senza esserci. Dopotutto, come ha spiegato il premier Silvio Berlusconi lanciando la mobilitazione, l'obiettivo è quello di «aiutare gli italiani a capire questo momento politico così assurdo, così contrario all'interesse del Paese, così lontano dagli interessi veri della gente». Un momento in cui è importante, secondo il centrodestra, non «tradire gli elettori». E così, dopo le manifestazioni di ieri a Bolzano, Pordenone e Brescia, oggi si prosegue con Cagliari, Napoli, Torino, Catania, Messina, Palermo, Bologna, Ancona, Genova, Chieti, Cosenza, Potenza, Campobasso, Barletta, Trento, Terni, Aosta, Vicenza, Francavilla Fontana (Br) e Viareggio. Gran finale, domani, con le manifestazioni di Milano e Roma. L'appuntamento nel capoluogo lombardo, inizialmente previsto per oggi, è stato spostato di 24 ore per evitare la concomitanza con il corteo dei centri sociali in commemorazione della strage di piazza Fontana. «Il Pdl è un partito responsabile - ha spiegato il coordinatore nazionale Ignazio La Russa - e allora abbiamo deciso di non lasciare alcuno spazio a forme di contrapposizione che, peraltro, non fanno parte del nostro dna politico. Non vogliamo una città sotto assedio e quindi abbiamo deciso di spostare la nostra manifestazione». Resta invece confermato il luogo, lo spazio dietro piazza Duomo, lo stesso in cui Berlusconi venne colpito dalla statuetta lanciata da Massimo Tartaglia il 13 dicembre del 2009. A Roma, invece, la scelta è stata dettata dalla necessità di non sovrapporsi alla manifestazione del Pd. E così, domani, sul palco del Palazzo dei Congressi dell'Eur, a partire dalle 10, si alterneranno il sindaco Gianni Alemanno, il governatore Renata Polverini, i capigruppo di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, il commissario europeo Antonio Tajani e tanti altri dirigenti del partito. Non sono previsti interventi diretti del Cavaliere che ha già registrato un messaggio di 7-8 minuti che oggi sarà trasmesso in tutti i gazebo, nei teatri e nelle piazze. L'obiettivo, ripetono i vertici del partito, è quello di «manifestare vicinanza al governo». «Voglio sottolineare la ritrovata unità, anzi coesione, cresciuta nel Pdl rispetto a prima - spiega La Russa -. Nei momenti di difficoltà e questo lo è il Pdl è più unito». Fini è avvisato.

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