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Miccichè corteggia Mara Alessandra bacia Cosentino

Il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna

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Dopo gli insulti, a Montecitorio arrivano i baci. È sempre lo scontro Carfagna-Mussolini ad evidenziare come il linguaggio della politica sia definitivamente cambiato. Il fatto politicamente degno di nota è la retromarcia della nipote del Duce sulla mozione di sfiducia: voterà a favore del governo. A farle cambiare idea è stato il coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino che ieri, anche a nome di tutti i parlamentari campani del partito, ha espresso alla Mussolini la sua vicinanza dopo gli insulti ricevuti dal ministro per le Pari opportunità. «Alessandra a nome di tutti ti manifesto la mia solidarietà per quanto accaduto», ha detto. La deputata del Pdl non ci ha pensato due volte: lo ha ringraziato, gli è andata incontro e l'ha baciato sulle labbra. «Non è stato un bacio a stampo o con la lingua. È stato un bacio politico - ha spiegato poi - È stata tutta colpa della Carfagna, perché Cosentino è un suo avversario politico e io me lo sono dovuto baciare». Nonostante la minaccia di non votare la fiducia sia rientrata, l'ira della Mussolini nei confronti del "nemico" non si placa. La nipote del Duce torna sul termine "vajassa". «È il bue che dà del cornuto all'asino. E poi anche le vajasse votano. Il ministro delle Pari Opportunità dovrebbe difendere tutte le donne, anche quelle che vivono nei bassifondi. Non solo quelle che dei piani alti. Non vi dico quanto ha strillato mia madre - spiega e intervistata da Striscia la notizia aggiunge - Ho detto a Berlusconi di non farsi "infinocchiare" da quella perché sta con Bocchino». La Carfagna intanto, mentre i vertici del Pdl si muovevano per far rientrare il caso, ieri ha incontrato Gianfranco Miccichè, leader del neonato movimento Forza del Sud. I due hanno discusso della situazione che si é venuta a creare dopo le fibrillazioni del ministro con il Pdl campano e le annunciate dimissioni dal governo e dal partito. «Lei da sempre è innamorata del nostro progetto Forza del Sud. Ne parlavamo insieme da tempo. Non mi stupirebbe un suo passaggio con noi. Ne sarei strafelice», confessa il sottosegretario. Che però premette: «Spero che Mara possa vincere la battaglia che sta portando avanti, ma - insiste - se capisse che è una battaglia persa, allora potrebbe venire con noi. Anche oggi (ieri, ndr) ha manifestato questa sua volontà di stare con noi. Se entrasse nel nostro movimento faremmo una festa che dura un mese. Ha detto che non andrebbe mai con Fli», aggiunge. Sarà. Intanto per i finiani il ministro per le Pari opportunità è quasi un eroe nazionale. Non fanno che difenderla. Puntualissimo Fabio Granata: «Mara Carfagna è stata molto coraggiosa a denunciare un grumo di interessi illeciti all'interno dei gruppi dirigenti attuali del Pdl in Campania: per questo va sostenuta. E va anche tutelata adeguatamente perché ha toccato interessi pericolosissimi», spiega non dimenticando di creare quell'atmosfera da barbe finte tanto cara ai finiani. Eppure c'è chi giura che tra la Carfagna e i vertici del Pdl campano non ci sarebbe nessun attrito. Ne è sicuro Denis Verdini: «Mara sarebbe il candidato ideale per Napoli. Sarebbe veramente un bel match se si materializzassero le indiscrezioni che vedono contrapposte lei e Lucia Annunziata. Smentisco l'ostilità di Cosentino alla sua candidatura, lui ha pubblicamente ribadito che sarebbe pronto a dare una mano», spiega. A Montecitorio intanto impazza un'altra moda, quella dello "scatto proibito". Ormai è una gag ricorrente: tra i banchi o nei corridoi i deputati Pdl sfoderano il palmare e immortalano i colleghi, "citando" il gesto della Mussolini che fotografò la Carfagna e Bocchino. Hanno ancora molto da imparare: del «bacio politico» non c'è traccia.

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