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E l'opposizione s'arrampica sui tetti

Nichi Vendola sulla Torre di Pisa contro la riforma Gelmini

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Pier Luigi Bersani del resto agli elettori del Pd lo aveva promesso: basta perdersi in chiacchiere, «Rimbocchiamoci le maniche». E allora ecco l'idea geniale: «Inutile star qui a Montecitorio a non far nulla. Adesso mi arrampico sul tetto con gli studenti, che fa molto giovane. Così gliela faccio vedere io a Renzi e ai suoi rottamatori che mi danno del bollito», avrà pensato. Senza rinunciare al suo sigaro, allora, (che in realtà un po' tradiva la non totale appartenenza al mondo degli studenti "inkazzati" e dei ricercatori precari - era l'unico ad averlo) il segretario del Pd ha raggiunto la vetta: il tetto della sede di Fontanella Borghese della facoltà di architettura della Sapienza era suo. La bandierina di leader politico che sta accanto ai giovani era piazzata. E invece no. Il momento di gloria è durato poco. Tutti pronti a copiarlo. La scala a pioli che, per Bersani, aveva rappresentato l'accesso al "tetto del mondo" si è subito trasformata in una passerella. Prima il nemico/amico Di Pietro e gli altri Idv. E ieri addirittura Nichi Vendola. Che rabbia. Della serie "Ti piace vincere facile": secondo voi è più probabile trovare uno studente col sigaro in bocca o uno con l'orecchino? Il governatore della Puglia, poi, era sul tetto mentre c'era anche Antonello Venditti. «Dal tetto può nascere una nuova democrazia», ha urlato ai giovani il cantautore. Altro che «Rimbocchiamoci le maniche». Non bastasse è arrivata pure la delegazione di Fli. Eccoli lì, a far la fila sulla scala, illuminati dai flash dei fotografi, Fabio Granata, Benedetto Della Vedova, Flavia Perina e Chiara Moroni. «Non criminalizziamo alcuna protesta sociale, fare politica significa ascoltare», spiega l'apripista Granata. Sarà. Intanto mentre i politici salgono sui tetti, gli operai scendono. Ieri, dopo l'impegno assunto dal ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, i lavoratori della Vinyls di Marghera hanno lasciato il camino più alto dell'impianto su cui erano saliti per protesta: «Siamo stati ascoltati», hanno detto. Peccato, gli «arrampicatori sociali» avrebbero avuto un'altra vetta da scalare.  

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