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Contrordine: Pier boccia Silvio

Pier Ferdinando Casini

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Ma quale governo Berlusconi, Casini non ci pensa proprio. Almeno non ci pensava fino a ieri. A differenza dell'altro ieri. Domani chissà. In effetti due giorni fa sembrava che avesse aperto al confronto con il premier e addirittura all'eventualità di entrare nell'esecutivo. Tant'è che aveva gelato in un colpo solo il Pd e Fli per cui è diventato una specie di salvagente. Ieri invece il leader dell'Udc ha assicurato che il 14 dicembre voterà la sfiducia all'esecutivo e ha lanciato di nuovo «un governo di armistizio». Per smettere «di litigare e cercare di fare il bene del Paese. Mettere assieme le forze migliori di destra e di sinistra e pensare una volta tanto non alle prossime elezioni, ma alle prossime scadenze dell'Italia, un'Italia che rischia di andare a fondo», ha detto Pier Ferdinando Casini a Radio Rai. E se la Lega ha immediatamente bocciato la proposta del leader Udc, lui è andato dritto per la sua strada: «Se non capiscono il problema è loro». Esulta il numero uno di Api, Francesco Rutelli, che si lancia nell'esegesi del pensiero del collega: Casini «non ha cambiato idea» e «ha fatto bene a mettere alla prova Berlusconi. È normale - ha aggiunto Rutelli - che una forza parlamentare lanci delle sfide alla maggioranza. La nostra collaborazione è perfettamente in corso». Tira un sospiro di sollievo anche il Pd. «Le mosse tattiche non sono apprezzate da parte nostra. Ma le condizioni poste da Casini - rottura con la Lega e dimissioni al buio di Berlusconi - sono inaccettabili per il centrodestra» dice il capogruppo alla Camera Dario Franceschini, in un'intervista a Repubblica. Tentenna anche Marco Follini, ex Udc da tempo senatore del Pd: «Se ho capito bene Casini domanda a Berlusconi di essere un po' meno Berlusconi. So che la domanda è generosa, ma penso che la risposta non possa essere altrettanto generosa».   L'Italia dei Valori taglia corto. «Casini la deve smettere di proseguire con le sue sciocchezze», dice Antonio Di Pietro che non approva la strategia del leader dell'Udc: «L'altro ieri si è offerto al Pd, ieri si è offerto al Pdl e oggi si offre a tutti e due messi insieme. La verità - continua Di Pietro - è una sola: c'è un governo che non riesce a governare e una maggioranza in Parlamento che pensa solo a litigare». Da qui l'invito, per il bene del Paese a «sfiduciare il governo e tornare alle urne al più presto per ridare al Paese un governo degno di questo nome». A quel punto è stato il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa, a scendere in campo. La proposta lanciata da Casini per un governo di armistizio è «seria e molto responsabile». Per Cesa significa «chiedere alle forze politiche una fase di pacificazione e di accantonare gli scontri per dare vita a un governo di responsabilità nazionale. Chi oggi ha strumentalizzato la proposta del presidente Casini, a sinistra come a destra - ha aggiunto - evidentemente non si rende conto delle difficoltà che vive il Paese».

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