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La Carfagna prova a mediare

Il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna

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{{IMG_SX}}Per ora Mara Carfagna tira un sospiro di sollievo. Ignazio La Russa, uno dei tre coordinatori del Pdl, dice chiaro e tondo: «Il problema Cosentino esiste». È il vero obiettivo del ministro. In fin dei conti è il vero obiettivo (fin qui dichiarato) della battaglia della ministra per le Pari Opportunità: un ricambio nel partito a cominciare dal coordinatore locale. Lui, l'ex sottosegretario Cosentino, nel mirino però non ci si sente affatto. Anzi. Dunque il caso Carfagna vive una giornata di stallo, la vicenda è nelle mani di Silvio Berlusconi. Che comunque non ha ancora sentito a telefono "Mara la ribelle". E non l'ha ancora incontrata. Media Gianni Letta che ha avuto contatti con la ministra. Circolano voci di un Silvio piuttosto infastidito per il fatto che a Lisbona, al vertice Nato dello scorso fine settimana, ha ricevuto i complimenti e i ringraziamenti di Obama e di Medvedev. Poi in Italia si è ritrovato il giornali zeppi di articoli sul termovalorizzatore di Salerno. Insomma, c'è rimasto male per i tempi e per la sproporzione del caso, tutto sommato una vicenda locale che è diventata il principale problema del governo. Per giunta in un momento così delicato. Dunque, ieri una giornata di stallo. È possibile che il Cavaliere veda oggi colei che voleva nominare portavoce del governo. O forse domani. Intanto si vanno definendo gli schieramenti. Con la Carfagna ci sono quelli di Liberamente, la corrente dei berlusconiani che spinge per una linea di moderazione per esempio con i finiani. Dice Franco Frattini: «La Carfagna fuori dal Pdl sarebbe una perdita per il governo e per il partito. In questo momento deve prevalere l'unità, ma mi auguro che Silvio Berlusconi trovi il modo di ascoltare il grido di dolore lanciato da Mara». E, aggiunge il ministro degli Esteri, «se anche Cosentino prendesse il 75% dei voti al congresso locale, ci sarebbe da fare una seria riflessione sull'opportunità che possa essere rinominato». Con lei ma in una linea più soft - è pur sempre il governatore della Campania - Stefano Caldoro: «Mara Carfagna è un ottimo ministro di un governo che sta operando molto bene, però è anche un'energia e una risorsa per la Campania. Ha posto dei problemi interni al nostro territorio, è giusto darle una risposta». E con Mara c'è anche Italo Bocchino, che pure s'era tenuto più defilato negli ultimi giorni: «Quando sentiamo queste cose ci rendiamo conto che altri stanno vivendo come noi negli scorsi mesi una situazione per cui dicono: non è possibile andare avanti così», dice il finiano. Sulla linea opposta Edmondo Cirielli, presidente della provincia di Salerno, legato a Gianni Alemanno: «Sono basito dal suo comportamento scorretto nei confronti del premier che le ha dato tutto in politica. Il ministro Carfagna da tempo stava meditando un gesto clamoroso. Dispiace che questo gesto capiti in un momento molto difficile per il premier». Quindi spara a zero: «Per una questione di gratitudine e al di là delle sue ragioni, se mai ne avesse, non doveva tirare fuori questa vicenda in un momento così delicato. Lei - aggiunge Cirielli - non ha mai fatto politica, è diventata deputato da nominata, è stata nominata ministro, ha litigato con tutti a Salerno, a Napoli, a Roma e ora fa un piccolo ricatto. Chiede al premier "o me o loro". Un po' di gratitudine in un momento così difficile sarebbe stata una scelta piu saggia». «È strano - dice ancora Cirielli - che la Carfagna non tuteli me, che sono ufficiale dei Carabinieri e non ho mai avuto un'inchiesta a carico, e sostenga invece il sindaco di Salerno che ha avuto decine di procedimenti. Chissà come mai, se forse non dipenda dal fatto che il capo della segreteria del ministro è un costruttore molto impegnato a Salerno città: Matteo Cortese. Tutto verificabile. Io stimo Cosentino lo sostengo perché ha fatto vincere il Pdl. Ma non mi definisco uomo di nessuno. Se fossi convinto della colpevolezza di Cosentino io non lo saluterei neppure più, ma non credo che lui sia un camorrista. Io sono ufficiale dei Carabinieri, i camorristi li conosco, sono prepotenti, arroganti e cercano di calpestarti. Io riconosco di non avere letto le carte che lo riguardano ma lo stimo».   Al suo fianco Alessandra Mussolini, che lo convinse a entrare in politica ormai quindici anni fa: «Io avevo posto alla Carfagna una questione politica e ho avuto come tutta risposta un insulto, quindi non voto la fiducia ad un governo dove c'è un ministro per le Pari Opportunità che insulta le donne. O la Carfagna mi chiede pubblicamente scusa o io non do la fiducia a lei». Per Silvio, la partita sta diventando sempre più complicata.

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