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La verità è che il Secolo d'Italia non chiuderà.

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Perina- concludono - faccia dunque bene il suo lavoro di autorevole direttore di un autorevole giornale. Faccia circolare notizie vere, e controllate. Faccia ogni giorno un giornale corretto e pluralista». I Garanti non hanno gradito l'appello lanciato ieri pomeriggio in una conferenza stampa tenutasi nella redazione di via della Scrofa. Il direttore del Secolo e i suoi colleghi hanno sostenuto che le decisioni prese dal Comitato di Garanzia non erano legalmente valide ai fini dell'erogazione del prestito. «Serviva un atto formale da presentare davanti al notaio durante l assemblea straordinaria, che è rimasta aperta per tre giorni, ma nessuno si è presentato perché nessuno ha voluto assumersi la responsabilità di dire "I soldi non ci stanno, chiudiamo il Secolo"», ha attaccato la Perina, che ha storto il naso anche sulle dimissioni di Franco Pontone, ex tesoriere di An: «Pontone è stato dimissionato e ora noi non abbiamo garanzie - ha spiegato il direttore - Prima gli era stata accordata la possibilità di un ripensamento, poi gli è stata negata con un voto a maggioranza». È Roberto Petri a motivare l'assenza di un rappresentante del comitato dei garanti all'assemblea dei soci del Secolo: «Abbiamo avuto due riunioni del comitato dei garanti. Una il 27 che è finita molto tardi, l'altra il 28 e l'argomento della sostituzione di Franco Pontone ha portato via tanto tempo. Quindi abbiamo deciso in una riunione con Raisi, Caruso e il notaio di dare mandato a Rita Marino di rappresentare An nell'assemblea di mercoledì prossimo». Tutto sarà risolto allora, insomma. Quanto alla vicenda dell'ex tesoriere l'avvocato Petri osserva: «Pontone ha ritirato le dimissioni quattro volte. Siccome però il patrimonio di An deve essere amministrato nel modo più corretto, a maggioranza abbiamo ritenuto che questo balletto di sì e di no doveva interrompersi». Il nodo adesso sembra essere un altro: alla lettera d) del quarto punto del documento approvato dai garanti, quando si parla del «nuovo piano industriale» si parla anche di «garanzia di gestione pluralistica del giornale con la nomina di un con-direttore». Forse è questo che la Perina non ha gradito. «Sarebbe un commissariamento politico», affermano al Secolo.

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