Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Finalmente un po' di luce non artificiale dal pozzo del dolore che ha coperto il cadavere di Sarah e annacquato a lungo una verità reclamata dai genitori e dal fratello della ragazza

default_image

  • a
  • a
  • a

Insiemecon tutti i padri e le mamme d'Italia, impotenti dinanzi alla barbarie e alle peripezie legali. Ieri la giustizia ha fatto i suoi primi passi concreti asfaltando buona parte delle strategie fondate su presunte innocenze e ritrattazioni da ubriaco del bar del paese: Michele Misseri e la figlia Sabrina sono entrambi colpevoli dell'omicidio di Sarah Scazzi, lo scorso 26 agosto. Lo si legge nel provvedimento di custodia cautelare in carcere con cui il Gip di Taranto ha motivato la sua decisione nei confronti di Sabrina Misseri. «Sabrina Misseri - scrive Martino Rosato - inoltre, al contrario di quanto ha inteso far credere, aveva più di un motivo di rancore verso la cugina Sarah; che probabilmente le aveva rivelato le molestie subite dallo zio Michele; ovvero che le stava distogliendo l'attenzione di Ivano Russo, verso il quale Sabrina, provava - sono parole di Mariangela Spagnoletti (l'amica, ndr) - una vera e propria ossessione». Altro movente ipotizzato quello della possibilità che i palpeggiamenti denunciati da Sarah alla cugina, da parte dello zio Michele, potessero diventare elemento di gossip nel paese. La prima verità ricostruita dal Gip percorre, poi, un ragionamento possibile: padre e figlia non avrebbero avuto l'intenzione, all'inizio, di uccidere la quindicenne; piuttosto di intimorirla e di ridurla al silenzio. Sabrina avrebbe attirato la cugina nella cantina-garage dove è morta, allertando il padre del suo arrivo imminente. «È singolare e, dunque, altamente suggestivo, in proposito - prosegue l'ordinanza - come nel corso delle sommarie informazioni rese il 30 settembre, Sabrina abbia fermamente negato l'episodio del litigio della sera del 25 agosto, confermato invece sia da Mariangela Spagnoletti sia da Stefania De Luca (altra amica, ndr), nonché dal diario di Sarah, che nel suo ultimo appunto, prima di perdere la vita commentava: «Ieri sera sono uscita con Sabrina e la sua amica Mariangela, siamo andate in birreria (..) poi siamo tornate a casa e Sabrina come al solito si è arrabbiata perché dice che quando c'è Ivano sto sempre con lui. Ci credo, almeno lui mi coccola a differenza sua». Tra gli elementi che il gip ritiene «altamente indizianti e non chiariti» ci sono due sms che la giovane ha mandato alla sorella Valentina nei minuti successivi al rinvenimento del telefono della vittima, il 29 di settembre, da parte del padre Michele. «Quella è zona di Lecce - scrive nel messaggio - non l'hanno potuta fare. Poi parliamo meglio, non dire niente altrimenti metti nei casini papà». Questo messaggio si riferisce alle 8,16. «Poi parliamo - recita l'altro sms - non deve sapere niente né la zia e né la mamma... è quello della Sarah... zitta, non lo devono sapere altrimenti parlano... Quando torni ti racconto». Questo sms si riferisce alle 8,17. «Ella, ancora - continua il gip - non ha mai riferito, se non agli ultimi interrogatori da indagata e su sollecitazione degli inquirenti, ma comunque senza chiarirne il contenuto, della telefonata inviata al padre alle 14,55 del 26 agosto, quando, ossia, probabilmente Michele Misseri era impegnato nelle attività di occultamento del cadavere della nipote». «L'evento omicidiario è scaturito, probabilmente, da un empito improvviso: ma tanto non basta per collocarlo nell'ambito della preterintenzione», scrive ancora il Gip che ricorda come nei 42 giorni successivi alla «scomparsa» della cugina, Sabrina Misseri abbia indirizzato le indagini «su false piste».

Dai blog