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E il Pd non sa da che parte stare

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Dall'altrac'è il silenzio, emblematico, di tutta l'area cattolica del Pd che di un partito che si preparara ad affiancare, anche se in maniera personale, i duri della Cgil non vuole proprio sentir parlare. In mezzo a queste due posizioni, che creano un altro motivo di lacerazione all'interno dei Democratici, c'è l'editoriale del quotidiano Europa, ora vicino alle posizioni di Dario Franceschini, che cerca una terza via. È giusto che alcuni dirigenti del Pd partecipino alla manifestazione della Fiom di sabato, per «non regalare» la Federazione di Landini «alla sua stessa deriva» – si legge nell'articolo – però occorre evitare il «collateralismo» che per il partito sarebbe «un colpo mortale». Per questo Europa invita i dirigenti del Partito Democratico che domani saranno a Roma a «farsi carico dell'interesse generale». «La Federazione di Landini è da mesi in un vicolo cieco di minoritarismo. Ribellismo e violenza sono figli delle scelte sbagliate, confessano disperazione, condannano alla sconfitta. Riprendere voce nel contesto democratico di una manifestazione può anche essere il modo di uscire dall'angolo. Questa ancora è la scommessa di Epifani». «Nei confronti di altri estremismi piccoloborghesi – prosegue Europa – di tipo dipietrista, viola, grillino, stare alla larga è per il Pd un dovere di chiarezza. Quando ci sono i lavoratori, per quanto dura sia la dialettica, non ci si può tirare indietro. Sarebbe sbagliato regalare la Fiom alla sua stessa deriva». Però il Partito Democratico «deve avere una sua linea da contrapporre al conservatorismo sindacale», cosa che finora non sempre è avvenuta. «La sovrapposizione tra Pd e Cgil è evidente – è l'accusa – e rende difficili i rapporti col resto del mondo sindacale e produttivo». Insomma, conclude il quotidiano, «la restaurazione piena di un collateralismo peraltro mai davvero abbandonato sarebbe per il Pd un colpo mortale».

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