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Luca Cordero di Montezemolo ed Emma Marcegaglia

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Sarà «l'effetto Woodcock». Quello strano fenomeno per cui ogni inchiesta aperta dal magistrato, passati i primi e entusiasmanti 15 minuti di notorietà, si trasforma lentamente in un flop. È quello che sta accadendo alla vicenda  che vede coinvolti i vertici del Giornale e la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Sembrava il caso del secolo. I carabinieri che fanno irruzione in redazione. Nicola Porro e Alessandro Sallusti trasformati in due protagonisti di Quei bravi ragazzi di Scorsese. I «picciotti» del giornalismo italiano mandati dal «padrino» Silvio Berlusconi ad avvertire con i loro dossier il numero uno di viale dell'Astronomia. Il portavoce di Emma, Rinaldo Arpisella, che evoca sovrastrutture che somigliano tanto alla Spectre di James Bond (salvo poi spiegare che il tutto è frutto di sue "elucubrazioni"). Uno scenario talmente inquietante da mettere a rischio la democrazia (parola del segretario della Fiom Maurizio Landini). Eppure più passano le ore e più l'impressione è quella di trovarsi in una commedia fantozziana. Tanto che anche Luca Cordero di Montezemolo, che nei giorni scorsi aveva dato la propria solidarietà a Marcegaglia, ora invita a chiudere la vicenda. «Bisogna guardare avanti - avverte - e pensare alle cose veramente importanti lasciando da parte complotti veri o presunti. Mi sembra di vedere un po' troppe azioni per complotti che è tutto da vedere se esistono». Insomma l'entusiasmo del presidente della Ferrari per questa storia, se mai c'è stato, si è decisamente affievolito. E non sembrano poterlo ravvivare le notizie che filtrano da Napoli. I pm hanno incaricato un consulente tecnico di esaminare la memoria dei computer sequestrati al direttore e al vicedirettore del Giornale. Quindi giovedì riprenderanno gli interrogatori dei testimoni convocati in seguito alle intercettazioni telefoniche dalle quali emergerebbe il «piano anti-Marcegaglia». Verranno ascoltati il responsabile delle relazioni esterne Mediaset Maurizio Crippa e il dirigente dell'Area Ambiente e qualità di Confindustria Giancarlo Coccia. Il primo è colui che suggerisce ad un allarmato Arpisella di contattare Confalonieri, mentre Coccia conferma il colloquio di rassicurazioni tra il presidente Mediaset (che è intervenuto su Feltri) e Marcegaglia. Non è stato ancora fissato, invece, l'eventuale interrogatorio di Confalonieri (né dei vertici del quotidiano). Mentre è probabile che, una volta conclusi gli accertamenti, i pm decidano di trasmettere gli atti, per competenza territoriale, ai colleghi di Milano. Insomma, almeno per ora, l'impressione è che si sia fatto tanto rumore per nulla. Ma forse la spiegazione migliore di ciò che sta accadendo la fornisce il vignettista Vauro che, davanti ai delegati Fiom della Lombardia, afferma: «Non avverto un afflato di solidarietà per Emma Marcegaglia. Nei ricatti il soggetto deve essere ricattabile e ricordo che diceva che le posizioni della Fiom erano ricattatorie: significa che preferisce cedere ai ricatti di Feltri che alle richieste giuste dei lavoratori». È proprio vero che in Italia ogni tragedia è destinata inesorabilmente a trasformarsi in farsa.

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