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Nadia Pietrafitta Il Partito democratico sa come risolvere il problema dell'immigrazione.

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Idirigenti del Pd - la corrente di maggioranza, quelli che prima rappresentavano la minoranza di Area democratica e che poi sono tornati da Bersani e addirittura tutti i 75 del documento di Veltroni - si sono messi d'accordo. La soluzione - partorita da un gruppo di lavoro specifico e subito messa nero su bianco su un apposito documento (non sia mai che qualcuno alla fine cambi idea) - è semplice: sì ad una «immigrazione selettiva», che dovrà poi tradursi in un meccanismo da definire. O quello delle quote, come proposto da Livia Turco già nella legge che porta il suo nome, o quello «a punti», criterio proposto invece da Alessandro Maran, a nome del gruppo dei 75 di Veltroni-Gentiloni-Fioroni. Del resto non si poteva da subito essere d'accordo su tutto. Deciderà la plenaria dell'Assemblea nazionale. Per i democratici tutto sembrava andar per il meglio, insomma, quando all'improvviso si intromette il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano: «Sull'immigrazione il Pd propone ciò che abbiamo appena approvato», segnala. «Senza intromettermi nel travaglio che in queste ore vive il Pd sulla vicenda immigrazione - ironizza - giro un'informazione ai 105 componenti del gruppo di lavoro dell'assemblea nazionale del partito a ciò dedicato e ai 75 del Movimento democratico dell'onorevole Veltroni, che hanno proposto l'introduzione nell'ordinamento italiano di «un sistema di ammissione a punti» per gli immigrati: se vogliono una sintesi, essa già c'è. È contenuta nella legge 15 luglio 2009, n. 94, che introduce il cosiddetto permesso di soggiorno a punti». Da non crederci: una volta che il Pd riesce a mettersi d'accordo su una norma, questa è già stata approvata dalla maggioranza. E il Pd aveva pure votato contro.

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