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Niente battaglie sul Copasir

Il vicecapogruppo del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello

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Nessun duello sul Copasir, «nessuna battaglia politica», solo - semplicemente - il rispetto delle regole. Gaetano Quagliariello è uno dei membri del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica in «sciopero bianco» ma, in realtà, il suo intento è proprio quello di «tornare a lavorare normalmente». Senatore, perché Pdl e Lega vogliono escludere Carmelo Briguglio dalla Commissione? «Intanto c'è una questione di rispetto formale delle norme. La legge istitutiva prevede esplicitamente che venga rispettato il criterio di proporzionalità tra gruppi all'interno del Copasir. Secondo i calcoli al nuovo gruppo di Futuro e Libertà non spetta nessun seggio. Quel membro spetta invece al Pdl». Gli equilibri vengono sovvertiti in modo rilevante? «Il Copasir è una commissione composta da dieci persone. Nel momento in cui il Pdl viene privato di un membro, la proporzionalità viene alterata del 10 per cento e lo squilibrio diventa rilevante. In casi precedenti, in commissioni bicamerali speciali come il Copasir, i presidenti della Camera si sono espressi in maniera univoca. Nel 1991 ci fu il caso del deputato Staiti di Cuddia che fu revocato dalla commissione Terrorismo e Stragi per esser passato dall'Msi al gruppo misto. La presidente Nilde Iotti decise per la revoca - cito il documento - "prendendo atto dell'orientamento prevalentemente favorevole al ripristino della proporzionalità nella composizione della Commissione". La stessa cosa avvenne nel 1997: Luciano Violante revocò l'onorevole Diego Masi dalla commissione Riforme istituzionali perché era passato da Rinnovamento italiano al gruppo misto». La stessa cosa dovrebbe avvenire per Briguglio? «Nel caso di Briguglio si ha una specificità: lui non è passato al gruppo misto, ma fa parte di un gruppo di nuova costituzione. La proporzionalità, dunque, è violata sotto due aspetti: non solo al Pdl viene sottratto un membro, ma Fli ha un rappresentante senza averne diritto». Esiste però anche un problema politico... «Il quadro formale si innesta su un problema sostanziale: Briguglio per tutta l'estate ha fatto riferimento a notizie a lui note in quanto membro del Copasir, ha detto di voler intraprendere una battaglia all'interno della Commissione contro una presunta deviazione dei servizi, ha mischiato fatti vecchi a inchieste giornalistiche nuove... Il vulnus della proporzionalità, dunque, assume un significato politico. Noi non vogliamo fare una battaglia politica sul Copasir, ma evitare che il Copasir diventi strumento di una battaglia politica». Come accoglie l'invito di Massimo D'Alema che dice di non paralizzare la Commissione? «Da parte nostra c'è tutta la buona volontà. Fino ad ora il Copasir ha lavorato senza fughe di notizie, senza titoloni sui giornali, nella più assoluta riservatezza e, soprattutto, senza essere brandito come strumento di lotta politica. Da quest'estate è tutto cambiato. Io voglio solo che il Copasir torni ad essere il Copasir. Ho interpretato le parole di D'Alema come un invito alla discussione per sanare una situazione che nell'ultimo periodo ha provocato una rottura nei comportamenti istituzionali della Commissione». Fini riuscirà a essere imparziale in questa vicenda? «Finché è presidente della Camera deve tutelare le sue funzioni. E poi lui stesso nel suo videomessaggio ha riconosciuto il ruolo dei servizi segreti, smentendo quanto detto da Briguglio durante tutta l'estate».

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