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Agli ebrei quella storiella fece ridere

Silvio Berlusconi

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La barzelletta sugli ebrei Silvio Berlusconi l'ha già raccontata almeno quattro volte. In una occasione il pubblico era composto da soli ebrei. Che non si sono indignati. Anzi. Era la primavera del 2008. La primavera che consacrò Berlusconi per la quarta volta premier. In piena campagna elettorale il Cavaliere volle incontrare a Palazzo Grazioli un gruppo di ebrei romani di origine libica. Voleva ascoltarli e condividere con loro il suo progetto politico. A quel mini-vertice fui invitato anch'io. Ci ritrovammo a via del Plebiscito ed entrammo nel parlamentino di Palazzo Grazioli, disponendoci sui banchi messi a semicerchio che guardavano una scrivania con alle spalle tre bandiere: italiana, europea e israeliana. Il premier non si fece attendere. Arrivò pochi minuti dopo. Mezz'ora di monologo per tracciare la strada, ricordando i suoi atti a difesa dello Stato di Israele. Poi si aprì il confronto. Le domande: la preoccupazione per lo sviluppo del Paese, il ruolo dell'Italia in Medioriente, gli Usa, l'antisemitismo in Europa. Berlusconi rispose puntuale. A una mia domanda sul futuro dei precari in Italia mi diede un buffetto sulla guancia ammonendomi: «Vede Perugia, lei ha sbagliato mestiere, ha la faccia da imprenditore. Si deve far consigliare da me». Il clima era gioviale. Tanto che il futuro premier a fine riunione chiamò tutti accanto, sbottonandosi ancor di più. E raccontò una barzelletta. «Dovete sapere che durante il periodo del nazismo una coppia di ebrei...». Insomma, narrò la storiella incriminata. E arrivato alla fine fece scoppiare in una risata il pubblico composto da soli ebrei. La battuta parve a tutti innocente. Anche perché a dirla era un Berlusconi che agli ebrei aveva sempre dimostrato tutto, tranne essere antisemita o antisionista.

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