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I siciliani lasciano l'Udc

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L'Udc perde pezzi. Ieri, a ventiquattro ore dal voto di fiducia che Silvio Berlusconi chiederà alle Camere sui cinque punti, a Montecitorio cinque deputati centristi sono passati al gruppo misto. Si tratta dei siciliani «ribelli» Calogero Mannino, Saverio Romano, Giuseppe Drago, Giuseppe Ruvolo e del campano Michele Pisacane, che hanno costituito il gruppo dei «Popolari per l'Italia di domani». Romano - che solo sei giorni fa aveva ribadito di non voler lasciare il partito di Pier Ferdinando Casini pur non condividendo le ultime posizioni espresse dal leader centrista - non ce l'ha fatta: ai suoi occhi è stato negato ai dissidenti «il diritto al confronto». Il deputato siciliano rimprovera a Casini la cattiva gestione della «partita siciliana»: «Non penso che Casini sia così ingenuo da consegnare il governo della Regione siciliana al Pd senza una contropartita politica - spiega - lui ormai sostiene di tutto pur di non disvelare ciò che è ormai a tutti ben chiaro, ossia il suo accordo col Pd e la deriva a sinistra di un partito come l'Udc che ancora oggi sente di appartenere a ben altra cultura politica». Sorride il premier che oggi - con certezza quasi assoluta - potrà contare sul loro voto. Diversa la reazione di Casini: «Ognuno può scegliere di andare dove vuole - spiega - l'importante è che si inventi delle scuse, la nostra linea è chiarissima, quella di centro, che è rimasta coerente difronte alle sirene di destra e sinistra. Si vede che non tutti sono immuni alle sirene». Il leader dell'Udc, però, non resiste all'ultima trovata del Pd: dopo le dichiarazioni del Senatùr contro Roma e i romani, afferma, «Voteremo la mozione di sfiducia a Umberto Bossi». Intanto altri due deputati sono passati al gruppo misto. Si tratta dei due esponenti dell'Api Bruno Cesario e Massimo Calearo. Altri due probabili sì alla fiducia.

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