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Santoro si lagna: io, vittima di mobbing

Il giornalista Michele Santoro durante Annozero

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Si catapulta come un panzer teutonico. Schiacciando tutto e tutti in pochi minuti. Alla vigilia della nuova stagione di «Annozero», Santoro è un torrente in piena. Altro che sassolini nella scarpa. Il conduttore si toglie macigni grandi come castelli. E se la prende con Masi, con Garimberti, con Feltri e chi più ne ha più ne metta. Per mesi sembrava che le magnifiche sorti e progressive della tv italiana pendessero dalle labbra di «Annozero». Ebbene, la prima puntata andrà in onda alle 21 su Raidue ma la Santoreide è già iniziata. «Io non ho paura e non accetterò limitazioni di libertà». Sembra avere le idee chiare il Santoro che prende la parola a viale Mazzini. Mette le mani avanti per non cadere indietro. «Non abbiamo avuto la possibilità e il tempo di fare le modifiche che volevamo - prosegue il conduttore - le troupe sono arrivate una settimana fa». Poco tempo a disposizione, insomma, ma i capisaldi ci sono tutti e hanno un nome e un cognome. «Ci saranno le vignette di Vauro - ci rassicura Santoro - che è stato costretto ad accettare all'ultimo momento le condizioni dell'accordo dell'anno scorso. E ci sarà Marco Travaglio, che è parte inscindibile del programma, anche se il contratto non è stato ancora sottoscritto». Come c'era da aspettarsi, è sul nome di Travaglio che il clima si fa incandescente. Prende la parola lo stesso direttore generale Rai, Masi, che punta l'indice contro la mancanza di pluralismo. «Il programma di Santoro andrà in onda se rispetterà le regole aziendali e il tema del contraddittorio è una questione che rimane ancora aperta - spiega Masi - Per come è strutturato lo spazio dedicato a Travaglio non consente un adeguato contraddittorio. Se una trasmissione esprime sempre e comunque una posizione giustizialista alla Travaglio dovrebbe essere in grado di esprimere anche una posizione garantista, alla Vittorio Sgarbi». Santoro, però, non indietreggia di un centimetro: «Travaglio non è un opinionista, racconta fatti che altri non raccontano. In trasmissione ci sarà sempre qualcuno che potrà replicare». Il controllo sulla trasmissione resterà totale. «Ospiti e argomenti spettano a me, non accetterò ingerenze esterne a meno che non dovessi violare la legge - afferma Santoro riferendosi alle ultime circolari di Masi - Le scalette continueremo a darle il giovedì». La Santoreide alza il tiro. «Non si possono più fare fiction sulla mafia - si sfoga - autori scomodi come Celentano non trovano spazio». E il presidente Rai Garimberti? «È assente anche lui, che dovrebbe aprire un tavolo sull'informazione televisiva per far emergere i problemi, invece si dimentica anche delle difficoltà della messa in onda di Annozero». Allora meglio dare i numeri. «Siamo il programma più redditizio della Rai - conclude il conduttore - con un fatturato di 41 milioni di euro di pubblicità in quattro anni contro un costo di 6 milioni e però ci troviamo in una situazione kafkiana. Contro di noi è in atto mobbing, ma non sappiamo chi ce lo fa». E già da stasera si darà fuoco alle polveri. La prima puntata si intitola «Scacco al Premier». In studio Italo Bocchino, Roberto Castelli e Antonio Di Pietro. Ora lo show può avere inizio.

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