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Niente burqa a scuola, la donna toglierà il velo

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Nonè obbligatorio». Si è chiuso così, con pochissime parole pronunciate dal marito imam della donna musulmana, il «caso» della scuola materna di Sonnino, dove alcuni bambini erano rimasti spaventati dalla «maestra nera», ossia dal burqa indossato dalla 25ennne marocchina. Una diatriba che dal piccolo paese in provincia di Latina si è trasformata nel confronto-scontro tra Islam e Occidente, tra la volontà di accoglienza culturale e la necessità del rispetto delle regole del Paese ospitante. Alla fine niente burqa a scuola. La donna porterà e prenderà il figlioletto con altri capi d'abbigliamento musulmano; il chador, un foulard da mettere sopra la testa, oppure l'abaya, vestito nero lungo dalla testa ai piedi che lascia scoperto il volto, o ancora il hijab, un fazzoletto ampio che cela orecchie, nuca e capelli. La mediazione del sindaco Gasbarrone dunque, nell'incontro che ieri mattina ha visto protagonista il marito della giovane e la dirigente scolastica, è servita a evitare uno scontro tra culture. E a riaffermare - cosa che non è un dettaglio - che integrazione vuol dire innanzitutto rispetto delle regole esistenti. Nella giornata della distensione, però, anche un piccolo intermezzo polemico: un gruppetto di quattro studentesse universitarie schierate davanti alla scuola per manifestare a favore della libertà di velo. Ang.Per.

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