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Gasparri: "Nel Pdl c'è chi ha tradito"

Maurizio Gasparri

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Di campagne acquisti, mercato «parlamentare», compravendite di voti in cambio magari - stando a quanto dicono i più perfidi commentatori della politica - della poltrona che fu di Claudio Scajola allo Sviluppo economico, Maurizio Gasparri non vuol proprio sentir parlare. Il presidente del gruppo dei senatori del Popolo della libertà non perde di vista l'importante appuntamento del 28 settembre, giorno in cui Berlusconi chiederà la fiducia alle Camere, ma - assicura - la maggioranza non avrà bisogno di «comprare» nessuno. Senatore, il Pdl non ha in mente nessun acquisto, insomma? «La questione è molto semplice: non c'è nessun "mercato" in atto. Se andiamo a guardare i nomi di chi in Aula, a fine settembre, potrebbe votare a favore del governo, non troveremo nessuna sorpresa: sono tutte - o quasi - persone elette nelle liste del Pdl. I Liberal Democratici, ad esempio, come Italo Tanoni e altri, sono stati eletti sotto il simbolo "Berlusconi Presidente". Lo stesso discorso vale per Francesco Nucara, attuale segretario del partito Repubblicano, ma eletto con noi in Calabria».   Poi c'è tutta la questione siciliana... «Anche qui in realtà non c'è nessuna questione. Nel 2008 il partito di Lombardo, l'Mpa, era alleato con il Pdl. Con questa legge elettorale le alleanze si stabiliscono prima del voto. Lombardo era a Roma insieme a Berlusconi, Fini e Bossi quando presentammo il programma elettorale dello schieramento. Il fatto che adesso voti a favore è la logica conseguenza del patto elettorale. Poi c'è Noi Sud: si tratta di persone elette nelle file dell'Mpa che non hanno gradito la politica a tratti altalenante di Lombardo nei confronti del presidente del Consiglio. È naturale che votino la fiducia. La domanda da porsi, semmai, è perché Giorgio La Malfa - eletto col Pdl nelle Marche - non vota con il governo Berlusconi?». Lei cosa risponderebbe? «Che fa male. Che la coerenza e il rispetto per gli elettori dovrebbe portarlo a stare col centrodestra. Qui si parla tanto di acquisti, ma in realtà alcuni parlamentari li abbiamo persi. Adriana Poli Bortone, ad esempio, eletta col Pdl al Senato, in quota An adesso si è distaccata. Ne abbiamo preso atto. Lo stesso discorso vale per Paolo Guzzanti alla Camera. E per La Malfa. Loro sono stati eletti con il governo: se adesso votano contro, questo sì, è un tradimento». L'Udc, però, alle passate elezioni non era vostro alleato... «Sì, è vero. Ma vede nell'Udc è in corso un dibattito politico alla luce del sole. Si tratta di una questione che gli esponenti dell'area di centro stanno affrontando pubblicamente, attraverso dichiarazioni sui giornali, dibattiti. Nessuno cerca di tirarli dentro il Pdl. Se sono d'accordo con noi sul tema del quoziente familiare o sul diritto alla vita e voteranno i cinque punti che Berlusconi presenterà alle Camere è un fatto positivo, ma non c'è nessun "traffico" di parlamentari». Poi ci sono i finiani. Fabrizio Cicchitto è stato chiaro: o dentro o fuori. Gasparri cosa pensa?  «Dobbiamo attendere il voto ai cinque punti. Io mi auguro che rispettino le aspettative e il volere degli elettori».   Per Bocchino, Granata e Briguglio è arrivato il deferimento ufficiale ai probiviri... «Da loro sono arrivate critiche continue al partito. Tuttavia quello che dovranno valutare gli elettori è se saranno coerenti durante il dibattito parlamentare. Gli elettori sono giudici più severi dei probiviri». Bossi ha votato per Roma Capitale. Adesso però ne vuole una al Nord e dice di averlo fatto perché Alemanno piangeva... «Bossi deve giustificarsi con il suo popolo del Nord, a cui per quindici anni ha detto "andiamo a bruciare Roma". Come se io che sono tifoso della Roma devo giustificare una sconfitta con la Lazio per 4 a 0. Le dichiarazioni, in questi casi, non contano. L'importante è che stato approvato un provvedimento storico, e che Bossi col suo voto abbia riconosciuto i diritti di Roma Capitale. Alemanno non è un tipo che piange».  

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