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Casa An, Tulliani dai pm

L'edificio in Boulevard Princesse Charlotte 14 a Montecarlo, dove si trova  l'appartamento abitato da Giancarlo Tulliani

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Contratti d'affitto, società offshore, passaggi di denaro all'estero e finanziarie nei paradisi fiscali. Intorno all'ex casa An a Montencarlo sono ancora molti i punti oscuri, sui quali fino ad ora non è stato possibile avere risposte certe e chiare dagli «addetti ai lavori». Ma probabilmente tra qualche giorno alcuni degli aspetti che ancora sono coperti da «segreto» verranno svelati dalle autorità di Montecarlo. Sì, perché la procura di Roma è in attesa di ricevere gli ultimi risultati degli accertamenti che hanno svolto nel Principato sull'appartamento di Boulevard Princesse Charlotte, dove abita, o abitava fino ad alcuni giorni fa, il fratello della compagna del presidente della Camera Gianfranco Fini, Giancarlo Tulliani. Il «cognato» del leader di Futuro e Libertà, infatti, da quando è scoppiato il caso Montecarlo avrebbe fatto perdere le sue tracce: nessuno sa, o vuole far sapere, cosa stia facendo Tulliani da quando è stato fotografato a Montecarlo mentre lava la sua Ferrari di colore blu in compagnia della compagna. O dove stia trascorrendo questi giorni. Un elemento che per ora non interressa al procuratore capo di Roma Giovanni Ferrara e al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, che hanno aperto un fascicolo d'inchiesta per truffa aggravata contro ignoti. I magistrati infatti vogliono prima leggere la documentazione che gli invieranno le autorità monegasche per poi valutare se ascoltare o meno il fratello di Elisabetta Tulliani, che dal presidente della Camera Fini ha avuto due figlie. I magistrati si augurano che le carte possano giungere a Roma prima dell'audizione, fissata per martedì prossimo, del senatore Francesco Pontone, ex tesoriere di Alleanza Nazionale. Il parlamentare è colui che ha curato l'atto di vendita dell'appartamento, frutto del lascito della contessa Anna Maria Colleoni. Gli inquirenti hanno in calendario altre audizioni di soggetti che, a vario titolo, hanno avuto a che fare con quella casa a Montecarlo e possono fornire elementi utili: tra questi c'è anche l'ex tesoriere Donato Lamorte. Una volta che i pm capitolini riceveranno le carte da parte delle autorità monegasche, decideranno se convocare o meno Giancarlo Tulliani, ultimo inquilino a occupare quella casa nel centro di Montecarlo. Inoltre, prima di convocare il cognato di Fini, i pm preferiscono acquisire l'atto di affitto dalla società Timara Ktd con il relativo importo. Soltanto se la documentazione non sarà ritenuta sufficiente dalla procura romana, verrà presa probabilmente in considerazione la possibilità di ascoltare a palazzo di Giustizia il «cognato» del presidente della Camera. Sulla casa a Montecarlo l'ex leader di An tre giorni fa ha affermato che «è una vicenda che quando sarà chiara farà ridere, io non ho nulla da temere e nulla da nascondere». Ribadendo di «non essere mai stato nella casa di Montecarlo» e chiedendo che chi dice il contrario «lo dimostri», Gianfranco Fini ha aggiunto di «attendere serenamente» che la magistratura accerti come sono andati i fatti. Inoltre, sul piano personale, il presidente della Camera ha escluso tensioni con la sua compagna Elisabetta Tulliani, affermando che la vicenda «li ha ulteriormente uniti». Ieri, invece, Assunta Almirante ha dichiarato: «Mio marito ha avuto ben 22 appartamenti in donazione e si è sempre limitato a chiamare un notaio e fare un passaggio di proprietà da se stesso al partito e i soldi di eventuali vendite li incassava l'amministratore del partito stesso». La procura di Roma, che ha avviato l'inchiesta sulla vendita della casa di Montecarlo a due società offshore dopo la denuncia presentata da due esponenti della Destra di Francesco Storace, (il consigliere regionale Roberto Buonasorte e il consigliere comunale a Monterotondo Marco Di Andrea) adesso attende una serie di documenti che potrebbero chiarire se ci siano state o meno irregolarità nella «gestione» dell'appartamento del Principato.

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