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Ely c'è e spacca i finiani

Elisabetta Tulliani ascolta Gianfranco Fini durante il suo intervento alla festa di Futuro e Libertà a Mirabello

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MIRABELLO (Ferrara) Ely c'è. Quando è arrivata la telefonata a metà mattina di Fini, anche quelli che sotto sotto ancora speravano hanno dovuto riporre gli ultimi auguri nel cassetto. «Lasciatemi per piacere sei posti in prima fila. Uno per Elisabetta, uno per Rita, uno per Donato...», diceva Fini a Vittorio Lodi, l'organizzatore della festa di Mirabello. A quel punto l'indiscrezione che s'era diffusa il giorno prima (e che Il Tempo aveva già anticipato nell'edizione di ieri) è divenuta conferma. «Hai capito? Viene anche la Tulliani», dice Enrico Brandani tra il sorpreso e il deluso ai volontari. «Oddio che errore. Ma come si fa? Proprio ora dovrebbe far vedere che lui con quelli lì non c'entra nulla», si dispera un finiano doc che chiede rigorosamente l'anonimato: l'argomento è delicato. S'imbarazza Lino Ghidoni, cugino di Fini (sua madre era la sorella della mamma del presidente della Camera): «Gianfranco è pulito. Anzi, è puro. Lo conosco da quando è nato. È uno che viene da una famiglia che non aveva tanti soldi. Quante macchine ha dovuto lavare alla pompa di benzina del padre a Roma. E quante ne ha lavate anche il fratello. Guardi, lo si può accusare di essere tirchio ma non di aver preso soldi». Vabbè, ma la Tulliani? «Ripeto, conosco Gianfranco. È puro». Marco, il capocuoco (è anche il genero di Lodi), va contro corrente: «Ha fatto bene. È la sua donna, è la sua compagna. E vaffanculo. Ma che deve fare? Deve nasconderla? Al contrario, ne deve andare orgoglioso». Vabbè, ma la casa a Montecarlo: «Fini non c'entra nulla, ha dato le sue risposte». Quanto può pesare l'effetto Tulliani su Fini, sul nuovo partito? Sicuramente l'elettorato ex An non l'ha digerita, non la ama e comunque non accetta che il leader possa essere stato condizionato. S'infastidisce invece Flavia Perina, direttrice del Secolo e autrice dell'appello in difesa della Tulliani: «Elisabetta qui? Non capisco la domanda. Lei era in prima fila al congresso di scioglimento di Alleanza nazionale nel marzo del 2009. La settimana dopo era in prima fila al congresso di fondazione del Popolo delle Libertà. Quindi mi sembra normale che venga anche qui visto che è una giornata importante per Gianfranco». D'accordo, ma può avere conseguenze l'effetto Tulliani? «Guardi, che Elisabetta sia qui mi sembra un fattore di normalità. È l'unico effetto che vedo». Ma può influire? «Senta, mi sembra davvero stucchevole la serie di domande. Non so che cosa dire, non capisco la questione. Mi sembra che si sia fatto di tutto per fare fuori Fini, si sia tentata qualunque mossa, persino quello di ammazzare mediaticamente Elisabetta. Tutto è fallito, si giri dietro di lei e guardi questa piazza, c'è un popolo per Fini. Spero che da domani si ritorni a parlare di politica». Comunque Ely c'è. Con lui è arrivata in auto al ristorante «I Durandi», dove era stato organizzato il pranzo con i parlamentari di Futuro e Libertà, un casolare a qualche chilometro da Mirabello in piena campagna. Con lui è scesa dalla macchina, ha salutato i deputati che meglio conosce come Italo Bocchino. Poi in punta di piedi è uscita dalla sala quando s'è cominciato a parlare di politica. E anche questo è un dato. Se fosse rimasta all'interno della sala durante l'incontro avrebbe assunto un ruolo politico, sebbene in tutta questa vicenda il personale è diventato protagonista della politica. Fini lo sa. E non può fare a meno di sottolinearlo nel suo discorso: «Ora si va avanti senza farci intimidire da quello che è stato il "metodo Boffo"». Ma, aggiunge, stavolta è più grave perché «non rivolto a me o alla mia persona, ma alla mia famiglia». Parla della campagna contro Elisabetta, definita «paranoica e patetica», una «lapidazione di tipo islamico contro la mia famiglia».   Lei ascolta in prima fila. Camicia azzurra e pantalone blu scuro, al collo un ciondolo con una mezzaluna d'oro. Cerca di rimanere impassibile ma anche lei si emoziona quando viene difesa dal suo compagno. Seduta e blindata dalla cognata Patrizia, la moglie di Massimo, il fratello di Gianfranco da un lato e da Giuseppe Consolo dall'altro. Scambia appena qualche battuta, piuttosto raramente. Qualche sorriso. I due si rivedono solo sotto il tendone al termine del comizio. Lui sfinito, non riesce a stare in piedi. Lei amorevolmente lo guarda e gli fa: «Siediti, riposati. Bevi un bicchiere d'acqua». Una sola tenerezza tra i due. Lui, finito di parlare, le manda un bacio con la mano. Lei risponde e sorride.

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